Molotov contro la sede vaccinale Bici e bottiglie incastrano l’autore

Un 53enne identificato dalla Digos come presunto responsabile dell’assalto incendiario di febbraio all’Esp

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La polizia ha identificato un uomo sospettato di essere l’autore del lancio di una molotov contro l’hub vaccinale del centro commerciale Esp di Ravenna, realizzato nella notte fra il 24 e il 25 febbraio con conseguente danneggiamento della porta d’ingresso. Si tratta di un 53enne nato a Forlì, residente a Ravenna e difeso dall’avvocato Nicola Casadio: è indagato a piede libero per incendio. Le indagini della Digos, coordinate dai Pm Daniele Barberini e Angela Scorza, sono partite dall’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza. In seguito a perquisizione domiciliare scattata venerdì scorso, sono quindi stati raccolti altri elementi ritenuti dall’accusa di valenza probatoria. Non è escluso che le verifiche possano ora allargarsi a episodi analoghi, come imbrattamenti in tema vaccino che hanno colpito varie sedi sanitarie e istituzionali del territorio ravennate.

Quella notte le telecamere immortalarono una persona col passamontagna mentre appoggiava a terra e poi accendeva una bottiglia di vetro, verosimilmente riempita di benzina. La fiammata, poco dopo le 3.30 del mattino, raggiunse i quattro metri d’altezza, annerendo e rompendo la vetrata esterna della sede. Da subito le indagini si concentrarono intorno ad appartenenti della galassia no-vax e no green pass. Una volta riscontrato il movente ideologico, e messi in relazione tutti i filmati acquisiti dalle telecamere della zona, la Digos ha avviato un’indagine per certi versi in vecchio stile, attraverso servizi di osservazione e perlustrazione. Il tutto, partendo dal mezzo utilizzato dall’uomo quella notte, una bicicletta, e dalle sue caratteristiche fisiche.

Una volta identificato, il sospettato è stato raggiunto da un decreto di perquisizione finalizzata a trovare la bicicletta immortalata dai video, un abbigliamento compatibile con quello che indossava l’uomo, nonché bottiglie di vino con l’etichetta ’Rocca Ventosa’, del tipo di quella trasformata in molotov. Poi, in aggiunta a ciò, telefoni, computer e altri dispositivi informatici dai quali poter ricavare ulteriori elementi utili. Alla fine la perquisizione, secondo l’accusa, ha dato esito positivo. In particolare, gli agenti hanno rinvenuto una bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo che presentava quella stessa etichetta, rinvenuta su una mensola del garage, nonché una bicicletta da uomo di colore grigio, con manubrio rivestito di nastro isolante nero, compatibile con quella che si può vedere nei filmati. Al 53enne sono stati sequestrati anche cellulare e un pc, inoltre la perquisizione è stata estesa alle auto in uso a lui e alla moglie, nonché a un motociclo, dal cui sottosella sono saltati fuori guanti da uomo neri, un passamontagna di cotone, sempre di colore nero, e un collare proteggi collo. Tra gli oggetti acquisiti, poiché ritenuti di interesse ai fini investigativi, ci sono anche alcune borse rimovibili, rinvenute sulla bici da donna in uso alla moglie dell’indagato. L’indagine è stata presentata ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa in Procura a cui ha preso parte anche il questore Maria Rita Stellino. Le indagini sono in corso con l’obiettivo di individuare collegamenti con altri vandalismi ed episodi di imbrattamento di matrice no vax avvenuti ai danni delle sedi vaccinali e sindacali.

Lorenzo Priviato