Montone abbandonato. Da Ponte Vico fino a Ravenna vegetazione rigogliosa

La Regione: "Prevista rimozione degli alberi poi manutenzione". Ma ancora nulla. L’ingegner Miccoli: "Andava fatto prima".

Montone abbandonato. Da Ponte Vico  fino a Ravenna vegetazione rigogliosa

Montone abbandonato. Da Ponte Vico fino a Ravenna vegetazione rigogliosa

Dal Ronco il monitoraggio si sposta al Montone, il fiume che a maggio ha rotto l’argine sinistro in due punti nel territorio faentino a monte di Ponte Vico. Lungo il corso del fiume, a parte i lavori di ripristino eseguiti a suo tempo, non è in atto al momento alcun intervento. Da Ponte Vico verso San Pancrazio e poi San Marco e quindi Ravenna, gli argini sono ricoperti di vegetazione e di alberi pressoché lungo tutto il percorso. Vegetazione che spesso fagocita i cartelli segnaletici: ad esempio percorrendo via Argine Destro Montone, a Ragone, gli arbusti hanno fatto scomparire lo sbiadito cartello che indica la strada per il cippo a ricordo dell’eccidio commesso dalle truppe naziste il 14 novembre del ‘44: 24 persone uccise.

Di traverso all’alveo si intravvedono alberi sradicati dalle piene di maggio. Lungo questo fiume, secondo il calendario scansionato dall’assessorato regionale all’Ambiente, Difesa del suolo e Protezione civile, "sono in programma, sull’argine sinistro fra San Pancrazio e Ravenna, lavori di gestione della vegetazione sempre nell’ambito della stessa concessione del fiume Ronco", vale a dire rimozione di alberi e arbusti. Una volta terminati sono previsti "interventi di manutenzione non solo ordinaria, ma anche straordinaria, ad opera dell’Agenzia regionale". Resta il Lamone. Del tratto fra Faenza e Boncellino si è già scritto in altra occasione; da Boncellino alla foce il monitoraggio evidenzia un fiume con gli argini a macchia di leopardo, ove cioè si intervallano aree oculatamente ripulite ad aree parzialmente boscate. Soprattutto a monte della maggior parte dei ponti alveo e argini sono ripuliti, a valle, dove cioè non crea pericoli, alberi e vegetazione è stata lasciata. Esemplare appare la sistemazione nei pressi del nuovissimo ponte a Torri di Mezzano. Sottolinea ancora Claudio Miccoli: "La manutenzione degli argini è fondamentale e andava accelerata il più possibile. Occorreva chiamare ditte specializzate da tutta Italia e fare in fretta…certo comprendo che ci sono costi… La potenzialità del rischio è la stessa per tutti e tre i fiumi e domani a rompere in più punti potrebbero essere il Ronco, che peraltro i disastri li ha provocati a Forlì, o il Montone"

c.r.