
Il pronto soccorso di Ravenna
Ravenna, 15 aprile 2025 – Tre assoluzioni e un colpo di scena: si profila un procedimento penale per omicidio colposo a carico dei vertici dell’Ausl Romagna in relazione alla morte di un uomo di 67 anni, avvenuta dopo essersi allontanato dal pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Croci. Il Gup Corrado Schiaretti ha infatti assolto, “perché il fatto non sussiste”, i due infermieri dell’ambulanza, difesi dagli avvocati Giovanni Scudellari ed Eleonora Raggi, per i quali la Procura aveva richiesto una condanna a un anno e quattro mesi. Allo stesso modo, è stata emessa una sentenza di non luogo a procedere per l’infermiere del triage, tutelato dall’avvocato Laura Bozzi, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio.
I tre erano accusati di omicidio colposo in relazione all’omessa sorveglianza di un paziente in stato confusionale, che si era allontanato dall’ospedale e morì dopo avere trascorso due notti al freddo in pieno inverno. La vicenda risale a fine 2022. L’uomo era stato condotto al pronto soccorso in ambulanza il 18 novembre, dopo che i familiari lo avevano trovato a casa in stato confusionale. Secondo quanto ricostruito, l’operatore del triage aveva classificato il suo caso come “urgenza differibile”, prevedendo un’attesa massima di un’ora. Tuttavia, il paziente era stato chiamato solo dopo due ore e mezza e, secondo alcune testimonianze, si era già allontanato dalla struttura. Due giorni dopo, il 20 novembre 2022, l’uomo fu ritrovato in un fosso, smarrito e infreddolito. Ricondotto in ospedale, le sue condizioni peggiorarono rapidamente, portando al decesso il 7 dicembre a causa di ipotermia e polmonite, conseguenze delle due notti trascorse all’addiaccio in pieno inverno. Inizialmente, le indagini avevano portato a individuare i presunti responsabili, con l’accusa di omicidio colposo in concorso, i due infermieri dell’ambulanza che avevano trasportato il paziente e dell’infermiere del triage, ritenuto responsabile di non essersi accorto dell’allontanamento, a suo dire a causa del sovraffollamento del pronto soccorso. Già in fase di indagini una perizia aveva escluso responsabilità di questi anelli deboli della struttura ospedaliera, evidenziando la loro condotta corretta. Al tempo stesso, i consulenti delle parti già all’epoca evidenziato problemi di sovraffollamento e carenze organizzative all’interno del pronto soccorso di Ravenna.
Il consulente del Pm aveva osservato che, date le condizioni confuse del paziente, il monitoraggio da parte del triage avrebbe dovuto essere più attento, pur riconoscendo che il ritardo nella visita potesse dipendere da problematiche organizzative. Il consulente della difesa dell’infermiere del triage aveva invece evidenziato le "condizioni di sovraffollamento" che rendevano impossibile rispettare le tempistiche di accettazione e rivalutazione dei pazienti. Convinzioni, quelle di una non corretta gestione di un pronto soccorso congestionato, che hanno indotto il Gup Schiaretti a disporre la trasmissione degli atti al pubblico ministero affinché valuti l’apertura di un procedimento penale, sempre per omicidio colposo, ma a carico dei vertici dirigenziali Ausl: il direttore generale, Tiziano Carradori, e il responsabile della direzione amministrativa. Il giudice ritiene necessario approfondire le responsabilità manageriali in relazione alla gestione caotica e alla carenza di personale del pronto soccorso di Ravenna, circostanze che potrebbero aver contribuito all’allontanamento e al tragico decesso dell’uomo.