Ravenna, morto dopo tuffo in piscina: ci sono quattro indagati

Ripescato sul fondo della struttura di Casola e deceduto in ospedale. La procura ha disposto l’autopsia e verifiche sull’organizzazione interna

La piscina teatro della tragedia

La piscina teatro della tragedia

Ravenna, 23 luglio 2022 - Quattro persone sono state indagate a piede libero per la morte di Rachid Khalifa, il 51enne di origine marocchina deceduto in ospedale a Ravenna dopo essere stato ripescato privo di sensi dal fondale della piscina di Casola Valsenio il pomeriggio dell’8 luglio scorso. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo: si tratta di figure apicali o dipendenti della cooperativa che gestisce la struttura comunale.

Un atto dovuto alla luce degli accertamenti disposti dal pm Monica Gargiulo titolare del fascicolo a partire dall’autopsia dai cui risultati - non ancora depositati - si potrà capire se l’uomo sia deceduto a causa di un malore, come ipotizzato in prima battuta. O se invece gli sia accaduto altro. Per questa ragione, su delega della procura, i carabinieri della locale Stazione hanno acquisito già diversi documenti legati sia alla sicurezza e all’organizzazione della struttura - in special modo del servizio di salvataggio - che alla sua conformazione architettonica. In tal senso è già stata compiuta una ispezione sugli impianti e non è escluso che si possa procedere pure con le analisi dell’acqua. La piscina, finita sotto sequestro probatorio il 13 di luglio, è stata dissequestrata ieri pomeriggio per effetto dell’istanza presentata da uno dei difensori degli indagati (l’avvocato Luca De Tollis) alla procura.

In quanto al defunto, lavorava da una decina d’anni per un’azienda agricola del posto e abitava in una casa popolare di viale Neri a Casola. Oltre alla moglie, ha lasciato due figli: un maschio di sei anni e una femmina quattro. E proprio quest’ultima si trovava assieme al padre in piscina il giorno dell’accaduto tanto da essere poi accompagnata in ospedale a Faenza per accertamenti.

La piccola a un certo punto era stata vista annaspare in acqua ed era stata subito tirata fuori dai bagnini di salvataggio: per lei tanto spavento ma per fortuna conseguenze minime. A quel punto però, nel tentativo di capire dove si trovassero i suoi genitori, è emerso che sul fondo della piscina giaceva un uomo che altri non era che il padre della bimba. Sono allora subito scattate le manovre di rianimazione previste dai protocolli di salvataggio, manovre proseguite sino all’arrivo degli operatori del 118 i quali hanno trasportato il 51enne fino al Santa Maria delle Croci. Nonostante ciò, l’uomo è deceduto dopo il ricovero.

Secondo quanto emerso in prima battuta, il 51enne non era un abile nuotatore: ma proprio per questo motivo in piscina era sempre scrupoloso senza mai spingersi verso la parte più alta della struttura. Ed è per questa ragione che a caldo si è pensato che l’uomo potesse essere stato colpito da un malore mentre si trovava nella porzione di piscina dove si tocca per poi scivolare ormai esanime verso la parte più alta. Gli accertamenti disposti dalla procura potranno ora sgombrare il campo da ogni dubbio in tal senso.

a.col.