
L’infortunio sul lavoro mortale del 12 maggio scorso
L’autopsia non era stata necessaria. Quello che i giuristi chiamano ’nesso causale’, era cioè evidente. Ma per la morte sul lavoro del 57enne Lutfi Ferhati, di origine albanese e residente da tempo a Lugo, avvenuta ad Ascensione nel pomeriggio del 12 maggio scorso, un lunedì, c’è ora un indagato. Si tratta del collega presumibilmente al volante del mezzo di lavoro che aveva schiacciato il 57enne provocandogli un forte trauma.
È cioè evidente che le indagini dei carabinieri della locale Compagnia e degli ispettori della Medicina del Lavoro dell’Ausl coordinate dal pm Stefano Stargiotti, si sono fortemente canalizzate sulla dinamica.
Secondo quanto finora emerso, verso le 15.30 l’operaio era impegnato assieme a un collega - quello ora indagato, anche lui dipendente della stessa azienda agricola di Ascensione - nella posa di un’idrovora per attingere acqua dal vicino fiume Santerno per poi pomparla per l’irrigazione dei terreni. Secondo le prime testimonianze, entrambi gli operai erano saliti sul muletto quando, una volta arrivati sulla sommità dell’argine, il mezzo si era improvvisamente rovesciato non lasciando scampo al 57enne. Per gli inquirenti, alla guida c’era il collega sopravvissuto mentre il 57enne avrebbe potuto trovarsi aggrappato fuori dall’abitacolo o comunque in un punto esposto.
Gli investigatori dovranno inoltre capire se quel tipo di mezzo poteva ospitare due lavoratori o se invece, come al momento sembra, era a esclusivo appannaggio di un lavoratore alla volta. Le indagini sono rivolte pure a sondare la formazione professionale per l’uso di quel mezzo: se cioè la scelta di salire in due sia stata arbitraria; o se ci sia stata una carenza sotto il profilo formativo. Un ulteriore tassello investigativo punterà a dissipare ogni residuo dubbio sull’efficienza del muletto e su eventuali problemi meccanici. La verifica sarà a tutto tondo e coinvolgerà anche gli aspetti legati alla pregressa manutenzione.
Il 57enne era sposato e aveva due figli. Da anni lavorava per la medesima azienda ed era considerato un operatore esperto e affidabile. Al loro arrivo, i sanitari del 118 non aveva potuto fare altro che constatarne il decesso. Dopo l’accaduto, i sindacati avevano chiesto alla prefettura la convocazione urgente del Tavolo del patto territoriale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.