Morto senza cintura nel frontale: Accusato anche il guidatore

Ha patteggiato 5 mesi di pena chi era al volante della vettura in cui viaggiava Gianni Beccari. Durante lo schianto sulla Ravegnana il codigorese sui sedili posteriori non la indossava perchè bloccata

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La prima auto che perde il controllo e invade la corsia opposta. E la seconda vettura che non riesce a evitare il conseguente impatto. Può essere sintetizzata così la dinamica del frontale accaduto sulla Ravegnana all’altezza di Ghibullo nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2019. A perdere la vita, era stato il 59enne Gianni Beccari (foto) di Codigoro: l’uomo si trovava sui sedili posteriori dell’auto che non aveva potuto evitare l’impatto. Per il suo decesso, non solo è stato accusato il guidatore dell’auto finita fuori corsia, il quale ieri mattina davanti al gup Janos Barlotti e al pm Daniele Barberini ha patteggiato un anno e mezzo di reclusione con altrettanta sospensione patente. Ma è finito sotto accusa pure l’autista della vettura sulla quale viaggiava la vittima. La sua velocità non era elevata, attestandosi di poco sopra al limite. Altre le ragioni che lo hanno proiettato dentro al fascicolo: il 59enne non indossava le cinture di sicurezza. Inoltre era emerso che la cintura era rimasta incastrata: qualcuno insomma, come spesso accade, aveva tirato giù quel sedile forse per caricare qualcosa; ma nel rimetterlo al posto, aveva lasciato la cintura dietro. L’uomo, difeso dall’avvocato Fabio Fanelli, è riuscito a contenere la pena patteggiando 5 mesi e 10 giorni e pochi mesi di sospensione patente. Ma, secondo quanto esposto dal consulente tecnico d’ufficio nella relazione sull’accaduto, l’ingegner Francesco Rendine, la sua posizione rischiava altro vaglio: "L’uso delle cinture da parte della vittima – si legge nel documento – avrebbe offerto una probabilità maggiore del 65% di non riportare alcuna lesione e del 98% di sopravvivere all’impatto". Lo schianto si era verificato verso l’una. Sulla prima auto, una Subaru Legacy, c’era un 29enne ravennate. Mentre alla guida della seconda, una Lancia Ypsilon, c’era un 68enne pure lui ravennate. Con lui, viaggiavano altre due persone, tra cui appunto il 59enne. Lo schianto, come verbalizzato dai carabinieri di Filetto, si era verificato al km 208+11, appena fuori dall’abitato e su un lungo rettilineo con asfalto ritenuto senza anomalie. La Subaru viaggiava in direzione Forlì quando all’improvviso aveva sbattuto contro il guard rail a destra: il 29enne aveva allora probabilmente tentato di correggere la traiettoria finendo per invadere la corsia opposta proprio mentre arrivava la Lancia: l’urto, violentissimo, aveva finito con il proiettare il 59enne verso i sedili anteriori uccidendolo praticamente sul colpo. Secondo il consulente, "il comportamento del conducente della Subaru fu caratterizzato da imperizia e mancato rispetto di elementari norme di sicurezza". Mentre quello della Lancia, "che procedeva correttamente nella corsia di competenza", non aveva avuto "spazi e tempi sufficienti per evitare lo scontro".

Andrea Colombari