Le risorse del Pnrr non bastano. Così gli ‘Amici del Mulino Scodellino’ di Castel Bolognese hanno deciso di ricorrere al crowdfunding, una raccolta fondi, per reperire le risorse mancanti destinate alla realizzazione del progetto di digitalizzazione dell’antico mulino la cui costruzione risale alla fine del 1300. Grazie alla partecipazione al bando Pnrr infatti, l’associazione aveva ottenuto lo scorso dicembre la conferma di un finanziamento per la realizzazione di un progetto da 150mila euro, relativo alla digitalizzazione del mulino e la creazione di un museo digitale. Il progetto tuttavia è stato finanziato all’80% delle spese ammissibili. Se da una parte i circa 120mila euro di risorse Pnrr costituiscono una manna dal cielo come evidenzia Rosanna Pasi, referente degli ’Amici del mulino Scodellino’, è altrettanto vero che la somma sarà erogata se il progetto riuscirà ad essere completato e di conseguenza serviranno almeno altri 15mila euro. L’associazione deve quindi reperire la cifra restante: "E’ una sfida anche per noi – spiega Pasi –, perchè il finanziamento non riguarda la struttura ma la digitalizzazione del mulino, e per poter usufruire della somma complessiva dobbiamo trovare il restante 20%. Siamo un’associazione senza patrimonio quindi non potevamo presentare garanzie agli istituti di credito, tuttavia grazie al Credito Cooperativo che ha una linea dedicata abbiamo potuto attivare una raccolta fondi attraverso una specifica campagna su Ideaginger". Costruito nel 1398, il mulino Scodellino rappresenta un punto di riferimento identitario per il territorio castellano, e non ha solamente un valore storico.
"La macina funziona, quindi può produrre farina, e recentemente grazie ad una collaborazione pubblico-privata con il Molino Naldoni – prosegue –, la farina prodotta dal mulino può essere commercializzata perchè vengono rispettati i requisiti sanitari in materia alimentare". La struttura, che è architettonicamente tutelata, presenta inoltre al proprio interno ancora inalterato non solo il laboratorio del mugnaio ma anche, nella parte soprastante, l’antico appartamento con tanto di cucina. Un gioiello insomma, rimesso in sicurezza nel 2009, poi riaperto al pubblico e infine dal 2016 come precisa Rosanna Pasi, "grazie all’interessamento dell’architetto Gian Luca Zoli", diventato meta turistica durante le giornate promosse dal Fai. Proprio in tale direzione intende muoversi l’associazione attraverso il progetto di digitalizzazione del mulino Scodellino: "Il mulino che comunica ci aiuterà a proiettarci nel futuro – conclude la referente dell’associazione –. Oltre al museo virtuale, all’acquisto di materiale didattico, e alle pubblicazioni vorremmo insistere anche sul turismo e proporre pacchetti per i visitatori". Prima però bisognerà reperire tutti i fondi necessari". Info: amicimolinoscodellino.it
Damiano Ventura