"Multe per Coronavirus, ricorso lecito. Ma se perdi costa il doppio"

Ecco il ventaglio delle casistiche analizzato da un legale: "Per presentarlo l’avvocato non è necessario e si può chiedere di essere sentiti"

"Multe per Coronavirus, ricorso lecito. Ma se perdi costa il doppio"

"Multe per Coronavirus, ricorso lecito. Ma se perdi costa il doppio"

Ravenna, 26 aprile 2020 - "Se si paga praticamente subito, si beneficia di uno sconto del 30%. Se invece si è convinti delle proprie ragioni, si può fare ricorso: prima all’autorità immediatamente superiore rispetto a chi ha fatto la multa e poi al giudice di Pace. Ma se l’autorità respinge il ricorso, la multa raddoppia" . Il che, a conti fatti, equivale a passare da 400 a 800 euro, più le spese legate al valore della causa. Decisamente una bella cifra per essere stati sorpresi in strada per motivi ritenuti dalle forze dell’ordine non validi. Al di là delle ragioni dei singoli, esiste un problema di fondo che potremmo inquadrare nel mare magno di provvedimenti legati al Covid-19 e delle relative interpretazioni, cambi di rotta compresi. Aspetti che l’avvocato ravennate Michela Guerra, in previsione di imminenti ricorsi, ha ampiamente scandagliato.

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Avvocato, c’è già chi in materia si è rivolto a lei? "Al momento i clienti mi chiedono informazioni. Ma siccome anche i tempi della giustizia sono congelati per la pandemia, i 30 giorni per presentare ricorso, partiranno, salvo proroghe, dall’11 maggio: è da quel giorno che riprenderanno a decorrere i termini".

Se sono stato sorpreso lontano da casa a correre o per altro motivo ritenuto non congruo, dovrò rispondere di un reato? "Il decreto del 25 marzo ha depenalizzato le violazioni contestate fino a quella data fissando una multa di 200 euro. Mentre per le infrazioni commesse dal 26 marzo in poi, la sanzione amministrativa è stata fissata tra i 400 e i 3 mila euro con lo sconto del 30% se si paga nei 30 giorni".

Un po’ come le multe automobilistiche; e se invece sono convinto delle mie ragioni? "Può fare ricorso. E il destinatario dipende da chi le ha fatto la multa: il Comune, se i vigili urbani; la Provincia, se la polizia provinciale; la Prefettura, se carabinieri, polizia di Stato o finanzieri. L’ultimo passaggio possibile, è davanti al giudice di Pace. Per inibire tentativi velleitari, però la multa raddoppia nel caso il ricorso venga respinto".

Il timore diffuso è che alla fine il ricorso costi più della multa: tanto vale pagare... "E invece è in carta semplice e non costa nulla: teoricamente non c’è bisogno neppure dell’avvocato, anche se per esporre le proprie ragioni, occorre comunque una certa capacità specifica. Per inoltrarlo, bastano una raccomandata o una mail certificata pec. E si può chiedere anche di essere sentiti di persona".

Quando il ricorso viene respinto? "La cifra raddoppia e l’autorità notifica un’ingiunzione di pagamento: non saldare, significherebbe ritrovarsi poi con una cartella esattoriale. Si può fare ricorso anche al giudice di Pace: ma stavolta occorrerà un avvocato e si dovrà sostenere un costo proporzionale al valore della causa. Il consiglio è di rivolgersi sempre a un legale, anche solo per farsi dire se ci siano o meno i presupposti per il ricorso".

Al momento quali sono le deroghe alle restrizioni imposte dalla legge? "L’autocertificazione, nella sua ultima versione, prevede qu attro motivi che giustifichino lo spostamento: lavoro, urgenza, necessità e salute".

Campi che certamente prestano il fianco a una interpretazione dei singoli, anche se appare francamente ingiustificato il malumore di una certa parte dell’opinione pubblica nei confronti di chi esegue i controlli. "Il problema infatti non sta nelle forze ordine: qui la normativa è ampia e pure contraddittoria per sua natura di provvedimento urgente: insomma, di difficile interpretazione per tutti. Da ultimo c’è da considerare che in così poco tempo, le varie forze dell’ordine non hanno avuto modo di interfacciarsi per darsi linee guide".