Nave della Micoperi attaccata dai pirati nel golfo del Messico. Ravennate ferito

Nel blitz, durato una decina di minuti, colpito anche Andrea Di Palma 42 anni insieme al martittimo Vincenzo Grosso. La compagnia recuperò la Costa Concordia

La nave italiana, la 'Remas' tratta dal sito Vesselfinder e nel riquadro Andrea Di Palma

La nave italiana, la 'Remas' tratta dal sito Vesselfinder e nel riquadro Andrea Di Palma

Ravenna, 12 novembre 2019 - C'è anche un ravennate ferito sulla nave italiana che è stata attaccata stanotte da un gruppo di pirati nel golfo del Messico. Si tratta di Andrea Di Palma 42 anni. La Remas, appartiene alla Micoperi, una società di Ravenna, che ha stipulato un contratto da 220 milioni di dollari distribuito in tre anni con la compagnia petrolifera messicana Pemex, per la manutenzione delle piattaforme esistenti.

AGGIORNAMENTO Nave italiana attaccata in Messico dai pirati: "Pensavo, ora mi uccidono"

LEGGI ANCHE "Quei 120 giorni maledetti nelle mani dei pirati somali"

Nell’attacco, durato in totale una decina di minuti, oltre a Di Palma ci sarebbe un secondo marittimo italiano ferito, in maniera non grave. A quanto si apprende dalla Farnesina, si tratterebbe di Vincenzo Grosso. Lui e Di Palma sono stati trasferiti all’ospedale di Ciudad del Carmen.

"Mi risulta che stiano abbastanza bene, i referti medici sono tranquillizzanti". Questo il commento di Silvio Bartolotti, ad della Micoperi, in riferimento ai marinai rimasti feriti. "Sappiamo che questa gente è salita a bordo all'imbrunire ieri sera per rubare". Gli spari? "Non si capisce il perché. Sono saliti a bordo armati di sicuro perché da quanto ne so hanno prima aggredito la guardia, gli hanno dato un colpo in testa, lo hanno poi picchiato perché non desse l'allarme. Successivamente sono entrati dentro alla nave e secondo il mio punto di vista quando si sono trovati davanti 30 persone hanno perso un po' la 'tramontana' visto che molto probabilmente si è arrivati a usare le armi", aggiunge.

Il racconto

"È stata una cosa inaspettata, di solito atti di pirateria in Messico non ci sono". Continua ancora Silvio Bartolotti. L'imbarcazione dell'azienda di Ravenna era impegnata in attività subacquee, per creare collegamenti tra piattaforme. Quando è stata presa d'assalto era ferma qualche miglio al largo di Ciudad del Carmen. Secondo quanto riferito, "prima hanno bastonato la guardia, poi c'è stato un colpo di pistola" che ha ferito il marinaio ravennate Andrea Di Palma a una gamba.

"Ma potrebbe essere stato anche uno sparo accidentale", dice Bartolotti, "perché è passato attraverso una porta". In ogni caso i pirati, un gruppo di 6-7, «quando si sono resi conto che il colpo di pistola ha creato un problema si sono spaventati e sono fuggiti", rubando solo una catenina e un telefonino. Prima di scappare uno degli assalitori "ha fatto anche un gesto di umanità: ha allungato al ferito uno straccio per legarsi la gamba. Forse non si aspettavano di trovare sulla barca 30 persone».

L'Unità di Crisi del ministero degli Esteri "segue con la massima attenzione e in raccordo con l'ambasciata d'Italia a Città del Messico" il caso della nave italiana attaccata. La Micoperi, azienda con base a Ravenna e che ha in Silvio Bartolotti l’amministratore delegato, rappresenta uno dei maggiori contractor dell’industria offshore. Ha stipulato un contratto da 220 milioni di dollari distribuito in tre anni con la compagnia petrolifera messicana Pemex, per la manutenzione delle piattaforme esistenti. Inotre, può contare su 18 navi di proprietà, impegnate in Ghana, Egitto, Congo, Libia e Messico.

Proprio quest’ultima si è rivelata una scelta azzeccata, che cadde più o meno con la fine del recupero della tristemente famosa Costa Concordia all’isola del Giglio, operazione che si concluse nel maggio del 2018 e che proiettò l’azienda al vertice della popolarità.

Il precedente: la Buccaneer assaltata al largo della Somalia nel 2009

Non è la prima volta che una nave della Micoperi presa di mira da gruppi armati: dieci anni fa, l'11 aprile 2009, la 'Buccaneer' venne assaltata al largo della Somalia e i 16 membri dell'equipaggio furono presi in ostaggio per 4 mesi. La liberazione avvenne il 10 agosto, dopo un lungo lavoro diplomatico. Questa volta non c'è stato alcun sequestro, ma i pirati hanno ferito due dei 35 membri dell'equipaggio e derubato quanto più possibile, prima di fuggire.

L'inchiesta

La Procura di Roma ha intanto aperto un fascicolo di indagine in relazione all'attacco dei pirati durante il quale sono rimasti feriti due componenti dell'equipaggio. Nel procedimento si ipotizza il reato di pirateria così come sancito dal codice della navigazione. Il fascicolo è stato affidato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale al sostituto Erminio Amelio