
A una decina di giorni dalla richiesta della prefettura avanzata alla Cab Terra, di lasciar allagare i propri terreni in seguito alla rottura indotta dell’argine del Canale Magni, il presidente della cooperativa Fabrizio Galavotti, non fa altro che stringere mani. E ieri era in Comune, alla visita del Capo dello Stato.
Cos’ha detto il presidente Mattarella in Municipio?
"Ha lanciato un messaggio di speranza, che non resteremo mai soli. E io dico che in Romagna abbiamo bisogno di tutto meno che di essere abbandonati. Ci ha anche rassicurati sugli interventi di ricostruzione. Poi ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati nelle ore e nei giorni successivi l’alluvione. Noi siamo tra questi. Lieti di aver fatto quel gesto".
Lei non si sente un eroe?
"No, lo ripeto. Quando ci è stata chiesta la disponibilità ne ho parlato con il consiglio della cooperativa braccianti e non c’è stata alcuna esitazione".
Anche se eravate consapevoli che 700 ettari di terreno coltivato a barbabietole, grano, ravanelli, erba medica sarebbero finiti allagati e non avrebbero reso un euro sul mercato agricolo?
"È stata una decisione immediata, perché non potevamo venir meno ai nostri obblighi morali verso la comunità. Esistiamo da 140 anni, vorrà pur dire qualcosa".
Se voi non siete eroi, chi meriterebbe questo appellativo?
"I ragazzi del Consorzio di Bonifica che per quattro giorni non hanno dormito per combattere la battaglia contro la piena. Oppure tutti quei giovani che hanno preso un badile e sono andati come volontari a spalare fango, a portare fuori dalle case alluvionate mobili fradici d’acqua".
Le congratulazioni più apprezzate?
"Quelle delle mie figlie. Mi hanno detto ‘Papà siamo orgogliose di te’".
l.t.
