Ravenna, neonata nell’auto al sole. Il padre a processo

L’uomo stava facendo la spesa alla Coop di Marina, risponde di abbandono di minore. I testimoni: "Si irritò perché avevamo chiamato la polizia"

Ravenna, neonata nell’auto al sole. Il padre a processo

Ravenna, neonata nell’auto al sole. Il padre a processo

Ravenna, 12 novembre 2019 - Era una giornata di grande caldo, l’8 luglio del 2017. E già dopo le nove del mattino la canicola si faceva sentire. A un certo punto nel parcheggio della Coop di Marina di Ravenna si formò un capannello di persone. Una neonata era chiusa dentro una delle auto che affollavano il parcheggio, ancorata al suo seggiolino a ovetto. I finestrini erano chiusi. Fu la responsabile del market a estrarla e a portarla in un luogo in cui la temperatura era più sopportabile, anche perché fortunatamente lo sportello era aperto. Così lo aveva lasciato il papà, che nel frattempo era dentro a fare la spesa. Per quell’abbandono di minore – la piccina aveva un mese e 20 giorni – è a processo il genitore, un 61enne di origini romane e residente a Bologna. Ieri, davanti al giudice Cristiano Coiro, hanno parlato due testimoni: una donna che intervenne unitamente alla responsabile del market e il marito che, successivamente, sentì quel padre lamentarsi del fatto che qualcuno avesse chiamato la polizia.

L’accusa – ieri in aula col viceprocuratore onorario Pietro Plachesi – vuole dimostrare che la neonata rimase nell’abitacolo rovente più di un quarto d’ora, con una temperatura di oltre 30 gradi e un’afa opprimente, e il padre intervenne solo dopo diversi minuti. La difesa – avvocato Donatella Degirolamo - tenterà di ridurre questo arco temporale. Il genitore renderà la sua versione dei fatti alla prossima udienza, in programma a febbraio.

Ieri, intanto, una testimone ha ricordato che fu la responsabile della Coop ad aprire lo sportello e a portare la piccola in un luogo più refrigerato. «Stava dormendo – ha spiegato la donna –, si è svegliata quando la responsabile del market l’ha presa via con sé». Se era sudata? Non particolarmente», ha detto, anche se quando fu sentita dalla polizia disse che la bambina le sembrava «accaldata». L’auto si trovava al centro del parcheggio, a una trentina di metri dal supermercato. E il padre, secondo la testimone, fu individuato solo dopo un po’ di tempo.

«Io restai fuori dal supermercato, notai quel capannello di persone e si avvicinò anche mia moglie – ha detto il secondo testimone –. Quella mattina faceva già molto caldo, l’auto era completamente al sole, non c’erano alberi». Una volta che la neonata fu portata negli uffici, arrivò il padre, che vedendo la sua piccola in braccio a una sconosciuta si mostrò infastidito.

«Ci chiese chi si era permesso di chiamare la polizia – ha proseguito il testimone –, gli rispondemmo che eravamo stati tutti noi». E in seguito l’uomo avrebbe pronunciato anche frasi irriverenti. A suo dire, infatti, la bimba sarebbe rimasta in auto non più di cinque minuti. A seguito di quella segnalazione, sul posto arrivò un equipaggio della sezione volanti della questura. Sempre alla prossima udienza sarà sentito uno dei poliziotti che verbalizzarono l’accaduto.