Ravenna, neonato muore in ospedale: era appena stato dimesso. Oggi l’autopsia

Domenica, intorno a mezzogiorno, il piccolo ha smesso di respirare tra le braccia del padre. Il parto, fisiologico, pareva andato bene. I parametri erano buoni e mangiava regolarmente

Un reparto di ostetricia (foto di repertorio)

Un reparto di ostetricia (foto di repertorio)

Ravenna, 21 febbraio 2023 – Il parto pareva fosse andato alla perfezione. Una mamma giovane, un bambino all’apparenza sano, messo tra quelli da poter mandare a casa dopo appena 48 ore. E invece, proprio pochi istanti dopo la lettera di dimissione, il suo cuoricino ha cessato di batte. È morto praticamente tra le braccia del padre, la cui gioia in un istante si trasformata in immane tragedia.

All’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna sono rimasti senza parola. Ogni tentativo di rianimare il piccolo è stato inutile e ora quanto accaduto domenica mattina all’uscita del reparto di ostetricia dovrà essere ricostruito nei dettagli dalla Procura. Sul posto, ad acquisire le cartelle cliniche, sono intervenuti i carabinieri.

Sul tavolo del Pm di turno, Silvia Ziniti, è aperto un fascicolo per omicidio colposo, che fino alla serata di domenica era contro ignoti. Oggi sarà conferito l’incarico per l’autopsia ed è probabile che alcune figure mediche e infermieristiche possano essere iscritte sul registro degli indagati, a loro tutela essendo l’esame autoptico un accertamento irripetibile nella quale, oltre a un legale, è possibile nominare propri consulenti. Gli inquirenti al momento mantengono il più totale riserbo.

Da quanto finora trapelato, la giovane mamma era ricoverata in ostetricia da un paio di giorni. Il bambino era nato con un parto fisiologico, senza alcuna sofferenza. Il piccolo era attaccato seno, si nutriva senza problemi, ed era pronto per andare a casa. sia i suoi parametri che quelli della madre poco prima delle dimissioni parevano buoni.

Al momento di lasciare l’ospedale, intorno a mezzogiorno, proprio sotto gli occhi dei genitori, ha esalato l’ultimo respiro. Ad accorgersi che qualcosa non andava è stato il padre, che lo aveva con sé. I soccorsi sono stati immediati, proprio perché si trovava ancora all’interno dell’ospedale. Attaccato alle macchine, il tentativo di farlo tornare a respirare e tenerlo in vita sarebbe durato più di mezzora, ma non c’è stato nulla da fare.

Chi era presente, non sa spiegarsi l’accaduto, non essendosi trattato di una convenzionale morte in culla, che avviene durante il sonno per problemi di respirazione. Alla famiglia era già stata compilata la lettera di dimissione, che potrebbe essere stata ritirata dopo le manovre rianimatorie. Ora spetterà a all’indagine fare luce su quanto accaduto.