
Anche per l’ultimo corpo dei sette finora recuperati dai soccorritori – quello del 79enne Giordano Feletti di Faenza -, la procura ha aperto un fascicolo conoscitivo. Dal punto di vista formale si tratta di un modello 45, cioè senza ipotesi di reato. E pure l’unico caso per il quale in prima battuta era stato ipotizzato un omicidio colposo a carico di ignoti – quello legato al decesso del 75enne Giamberto Pavani residente a Castel Bolognese ma originario di Ferrara -, è passato nelle ultime ore a modello 45: le verifiche lampo hanno consentito agli inquirenti di accertare che diverse chiamate dei vicini preoccupati per la sorte dell’anziano rimasto intrappolato nell’abitazione in cui viveva solo, non erano cadute nel nulla per l’inerzia dei soccorritori ma per via di problemi delle linee legati sempre al maltempo.
Un fascicolo conoscitivo (pm di turno Angela Scorza) è stato aperto anche per le altre vittime dell’alluvione, comprese le due non ancora formalmente identificate: un’anziana trovata esanime nella sua abitazione di via San Vitale a Sant’Agata sul Santerno e un uomo recuperato nel Lughese, forse un ultrasettantenne di origine magrebina. Modello 45 pure sulla sorte di Giovanni Sella, 89 anni, con problemi di deambulazione e trovato annegato nel suo letto a Sant’Agata; e infine sugli ultimi istanti di vita dei coniugi di Chiesuola di Russi, Dorotea Dalle Fabbriche e Delio Foschini di 71 e 73 anni, presumibilmente morti folgorati mentre cercavano di spostare un grosso elettrodomestico (forse un congelatore) dal piano terra della loro abitazione allagata. Al bilancio, va aggiunta la segnalazione di un disperso a Boncellino.
Al momento sull’alluvione non esistono dunque fascicoli con ipotesi di reato aperti dalla procura ravennate. Non è escluso tuttavia che, una volta passata l’emergenza, segnalazioni specifiche possano portare a verifiche sul cedimento di manufatti come muri o argini sotto alla spinta dell’acqua. Vedi ad esempio il crollo di un muro in zona via Renaccio a Faenza. Nel caso, come atto dovuto, verrebbe aperto un fascicolo, inizialmente conto ignoti, per disastro o inondazione colposa con l’obiettivo di verificare lo stato di manutenzione.
La comparazione con la precedente alluvione di inizio mese, potrebbe fornire allora ulteriori spunti di inchiesta: e cioè le tempistiche di allerta e di soccorso alla luce delle esperienze maturate di recente e il comportamento per quei punti di rottura ed esondazione già emersi in prima battuta. Scenario, almeno dal punto di vista tecnico, al momento non percorribile visto che occorrerebbero sopralluoghi mirati: ma tutto è ancora sott’acqua congelato in una immane catastrofe.
Andrea Colombari