No al trauma center a Ravenna Scontro tra Ancisi e Pd

Un trauma center all’ospedale di Ravenna, anche di secondo o terzo livello, non sarebbe altro che una duplicazione di strutture. L’Ausl Romagna, e a cascata il Partito democratico, boccia la proposta che arriva da Lista per Ravenna, e sostenuta dai capigruppo di Fratelli d’Italia, Viva Ravenna, Forza Italia, Alberto Ferrero, Nicola Grandi e Alberto Ancarani, e dal consigliere della Lega Giacomo Ercolani, discussa ieri in commissione. Tra l’altro senza la presenza,

stigmatizzata come poca rispettosa dall’opposizione ma anche da Daniele Perini della Lista De Pascale, dei rappresentanti dell’Azienda sanitaria. Che affidano a due pareri letti in aula la bocciatura: il primo a firma del direttore generale Tiziano Carradori, per il quale "non si deve moltiplicare il trauma center di Cesena", e il secondo del responsabile di Ortopedia a Ravenna Alberto Belluati per il quale è "inutile duplicare un sistema che funziona con hub Cesena". Il capogruppo di Lpr Alvaro Ancisi stigmatizza il "servilismo accentuato" che

caratterizza Ravenna. A mandare su tutte le furie il civico non è solo il niet alla sua proposta ma anche la volontà espressa dal Pd di arrivare a un documento condiviso sulla sanità e sul Pronto soccorso in particolare, per il quale sono in corsi lavori di ampliamento e ammodernamento per sette milioni di euro.

Ancisi porterà l’atto in consiglio comunale, modificandolo in base anche alle critiche ricevute, perché la domanda per i cittadini è: "Con un incidente al bacino vorreste essere curati a Cesena o a Ravenna?", conclude il civico. Il capogruppo dem, e dipendente Ausl Romagna, Marco Montanari, punzecchiato da Ancisi definisce "la proposta campata in aria", come da pareri dell’Azienda, ma come maggioranza, annuncia, "siamo pronti a costruire insieme un ulteriore dispositivo sulle tematiche per implementare i servizi di Pronto soccorso". In particolare per tre punti: potenziamento della diagnostica radiologica; umanizzazione delle cure creando un locale dedicato per i pazienti che si aggravano, come luogo di commiato e lutto; accoglienza dei pazienti con disturbi autistici". Per Perini, "andrebbero rivisti i finanziamenti regionali poiché bisogna constatare che il cittadino romagnolo riceve meno finanziamenti rispetto a chi vive in Emilia".