FILIPPO DONATI
Cronaca

"No all’Italia musulmana". Imbrattati manifesti sul referendum

I cartelli erano affissi nelle regolari plance collocate in viale Stradone e via Tolosano a Faenza. Trancossi (Cgil Ravenna): "Faremo denuncia e chiederemo di valutare l’aggravante dell’odio razziale".

I manifesti imbrattati in viale Stradone e in via Tolosano

I manifesti imbrattati in viale Stradone e in via Tolosano

Alcuni manifesti sul referendum di domenica e lunedì sono stati ricoperti, presumibilmente nella notte tra martedì e ieri, da insulti di matrice razzista. Sui cartelloni, affissi dalla Cgil nelle plance in viale Stradone e via Tolosano, comparivano scritte quali ‘La cittadinanza non si regala’ e ‘No all’Italia musulmana’. Nelle prossime ore la Cgil depositerà una denuncia contro ignoti: "Deturpare dei manifesti collocati nelle regolari plance è un illecito – specifica la segretaria generale della Cgil di Ravenna, Manuela Trancossi –. Alle forze dell’ordine faremo presente di valutare anche l’aggravante dell’odio razziale. È un gesto inqualificabile: a essere imbrattati sono stati, fra l’altro, dei manifesti dedicati ai referendum sul lavoro, e non al quinto quesito relativo alla cittadinanza, che siamo comunque fieri di appoggiare". Già ieri pomeriggio i manifesti imbrattati erano stati ricoperti con altri dello stesso tipo.

Non è la prima volta che la Cgil a Faenza è vittima di un attacco di matrice razzista: una sua sindacalista, Ilaria Giama, fu aggredita verbalmente in piena piazza appena un anno fa, da parte di un uomo che le intimò di "tornare al suo paese" (Giama, benché di origine africane per parte di padre, è italiana dalla nascita, ndr). L’individuo fu poi riconosciuto: si trattava di un ex appartenente alle forze dell’ordine, le quali presero ovviamente le distanze dalle sue parole. Quella di imbrattare i manifesti elettorali è una pessima abitudine che ormai si ripete a ogni tornata elettorale: alle ultime amministrative è toccato al candidato sindaco di Ravenna Alessandro Barattoni, del Pd, mentre alle precedenti regionali ne fece le spese il candidato consigliere Alberto Ferrero, di Fratelli d’Italia. In questo caso tuttavia, oltre alle semplice ingiuria, quanto comparso sui manifesti appare connotato da una maggiore violenza verbale in quanto chiaramente aggravato dall’odio razziale. La deturpazione dei cartelloni elettorali è un’abitudine piuttosto recente nella vita pubblica italiana: benché spesso connotati di forte sarcasmo nei confronti degli avversari politici, in particolare nel primi anni della Repubblica (i più anziani ricorderanno il volto di Garibaldi mentre taccia De Gasperi di essere ‘un austriaco’, o, viceversa, quello dell’Eroe dei due mondi camuffato con le sembianze di Stalin), era raro che i manifesti elettorali di democristiani, comunisti, socialisti e repubblicani fossero vittima di episodi analoghi a quelli avvenuti di recente.

Le plance che ospitano i cartelli imbrattati in via Tolosano, tra l’altro, sorgono a poche decine di metri da tre plessi scolastici: la primaria Tolosano, le scuole medie Cova Lanzoni e l’istituto tecnico Oriani. "Mi dispiace per quei giovanissimi che stamattina, mentre andavano a scuola, sono stati costretti a vedere una campagna referendaria sfregiata da insulti razzisti – conclude Trancossi –. Per fortuna i ragazzi sono molto più avanzati di quella percentuale di persone che sono mosse dall’odio. I razzisti si rassegnino: l’Italia del futuro è già integrata".

Filippo Donati