No vax: falsi vaccini per avere il Green Pass, in 250 verso il processo a Ravenna

Tra questi il dottor Mauro Passarini, arrestato nel novembre dell'anno scorso con le accuse di falso ideologico e peculato. Nei guai anche i pazienti

Green pass, foto d'archivio

Green pass, foto d'archivio

Ravenna, 7 ottobre 2022 -  Chiuse le indagini sul giro di finte vaccinazioni anti Covid per ottenere il Green Pass a Ravenna. Sono 250 le persone alle quali la Procura ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude all'esercizio dell'azione penale.

Lo riporta il 'Corriere Romagna'.

Primo della lista il dottor Mauro Passarini, 65enne di Marina di Ravenna, arrestato nel novembre dell'anno scorso con le accuse di falso ideologico e peculato. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Angela Scorza e condotte dalla squadra mobile, il medico di base era divenuto punto di riferimento per simpatizzanti della galassia No Vax.

Abilitato tramite l'Ausl della Romagna a effettuare i vaccini, tra l'estate e l'autunno del 2021, nel pieno della campagna vaccinale, Passarini avrebbe ritirato flaconi di siero Pfizer-Biontech forniti dal sistema sanitario nazionale senza somministrarle o inoculando dosi diluite, utilizzando poi il codice identificativo del lotto per certificare falsamente l'avvenuta vaccinazione dei pazienti sullo specifico portale SoleWeb, passaggio fondamentale per il rilascio del certificato verde.

Tutti i 249 pazienti devono rispondere di concorso nel falso ideologico e di avere indotto in errore i funzionari del ministero della Salute.

È caduta invece l'accusa di corruzione nei confronti di Passarini, ipotizzata in un primo momento alla luce di 1.555 euro in contanti trovati nelle sue tasche durante la perquisizione nell'ambulatorio, e inizialmente ritenuti dagli inquirenti pagamento dei 'clienti' per l'attività illecita. Al 65enne viene infine contestata l'evasione, per una fugace intervista rilasciata sulla soglia del giardino di casa durante gli arresti domiciliari.