"Non chiedetemi dell’aborto", la Casa delle donne fa un esposto

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"La dott.sa non rilascia informazioni su interruzioni di gravidanza, né la ricetta della pillola del giorno dopo". È questo il cartello appeso qualche mese fa da un medico di base ravennate fuori dal proprio studio, segnalato da una cittadina alla Casa delle donne di Ravenna. Subito sotto un altro cartello dava indicazioni su come raggiungere il Centro di aiuto alla vita.

Contro quelle parole si è subito attivata la Casa delle donne, che ora riferisce di aver depositato un esposto alla Procura della Repubblica sulla vicenda. "A metà giugno abbiamo scritto ad Ausl Romagna, all’Ordine dei Medici della Provincia di Ravenna, al sindaco di Ravenna Michele de Pascale in qualità di responsabile politico della Sanità ravennate e all’assessora alle Politiche di genere Federica Moschini – scrive la Casa delle donne – ma ad oggi non abbiamo ancora avuto risposta, tranne che dall’Ordine dei Medici, che il 27 giugno ci ha comunicato genericamente che ’provvederà per quanto di propria competenza’". La Casa delle donne rtiene che "siano stati superati i limiti della clausola di coscienza indicata nella legge 19478 (quella che disciplina l’aborto, ndr)" e il comportamento della dottoressa "è per noi grave e costituisce una minaccia alla tutela della salute e alla libera autodeterminazione delle donne".