"Non è droga dello stupro Ci serve per fare serata"

Il Tribunale del Riesame annulla la misura degli arresti domiciliari per un rappresentante di integratori alimentari: la usava col compagno bodybuilder

Migration

Due aspetti. Il primo, da un punto di vista medico legale, è che non si tratterebbe di droga dello stupro, ma di un eccitante, in voga dagli anni Novanta in club e ambienti gay, ed inoltre il suo principio attivo non sarebbe calcolabile con precisione. Il secondo, più pratico, è che quella sostanza serviva all’arrestato per ’fare serata’ col proprio compagno. Il quale, medico e bodybuilder, da un lato ben conosce i rischi di un sovradosaggio, dall’altro la utilizzava anche per scolpire il proprio corpo. Tesi difensive, quelle portate davanti al Tribunale del Riesame dagli avvocati Silvia Brandolini e Rocco Guarino, che hanno indotto i giudici bolognesi ad annullare la misura cautelare degli arresti domiciliari che il tribunale di Ravenna lo scorso 21 ottobre aveva applicato a un 43enne, rappresentante di prodotti farmaceutici, dopo che il giorno prima era stato arrestato per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio dai carabinieri del Nucleo operativo di Bologna.

All’uomo, in attesa del processo fissato a metà dicembre, viene contestato il possesso di 740 millilitri, equivalenti a 1200 dosi di sostanza del tipo Ghb, Gbl, ritenuta dagli inquirenti droga dello stupro in quanto inibisce le volontà. La consulenza tecnica affidata dalla difesa alla tossicologa dell’Università di Ferrara, Francesca Righini, rileva la sostanza è stata trovata in flaconi non sigillati, una modalità di confezionamento che "non fornisce alcuna certezza circa il grado di purezza dei liquidi sequestrati" e "la sola quantificazione dei principi attivi (Ghb-Gbl) non può essere considerata certa".

La consulente ricorda come la sostanza si diffuse negli anni Novanta come ’club drug’, in rave e discoteche,come sostanza socializzante avendo tra gli effetti quelli di desiderio di comunicare, sensualità più intensa ed effetti sul senso estetico, la cui azione è di breve durata e i consumatori ne assumono dosi ripetute per mantenere gli effetti desiderati. Sarebbe quest’ultimo – nella chiave di lettura offerta dalla difensa – l’obiettivo dell’indagato e del suo compagno, che si conoscono da diversi anni, non dunque quello di spacciarla e men che meno con la finalità dello stupro.

Quel pomeriggio del 20 ottobre scorso carabinieri in borghese erano entrati nella loro abitazione, paventando una perquisizione con i cani se non avessero consegnato spontaneamente la sostanza, che era conservata in cantina. Ai militari fu detto che l’avevano acquistata quattro mesi prima a Milano. Il suo utilizzo, poiché disinibisce e rende euforici, sarebbe stato limitato ad aumentare le prestazioni sessuali e, nel caso del fidanzato, medico e bodybuilder, anche per aumentare la massa muscolare, in quanto brucia i grassi.

Davanti al Riesame la difesa ha portato la tesi che quella sostanza era utilizzata dalla coppia principalmente per “fare serata“, specialmente in serate particolari che dalla cena si prolungavano fino a mattina se non, addirittura, al pomeriggio successivo, dopo di che iniziava l’attività sessuale della durata di diverse ore. Essendo limitati gli effetti, la somministrazione avveniva ad intervalli di circa un’ora, e questo senza mai superare la soglia dei 30millilitri a testa, oltre alla quale diventerebbe pericolosa. In buona sostanza l’effetto prodotto sarebbe quello dell’alcol, ma privo dei suoi effetti collaterali. L’assunzione avrebbe avuto anche finalità estetiche, laddove la sostanza, assunta prima e dopo l’allenamento di body building, ha effetti sulla massa muscolare. Se questa sostanza è un eccitante, incompatibile con l’alcol, per gli avvocati Brandolini e Guarino, invece, la droga dello stupro è una piuttosto benzodiadepina che viene somministrata assieme all’alcol.

Lorenzo Priviato