"Non facciamo parte di alcuna associazione per delinquere"

Riceviamo e pubblichiamo una lettera del signor Ivano Capra come richiesta di rettifica: "Vi scrivo in qualità di amministratore e rappresentante legale delle Onoranze funebri Capra, con sede a Cotignola, in relazione all’articolo pubblicato il 5 novembre sul Resto del Carlino Ravenna a firma di Lorenzo Priviato. L’articolo è intitolato ’Business sulla pelle dei defunti. Gli addetti degli obitori favorivano imprese funebri in cambio di soldi" avente ad oggetto l’esistenza di una "associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e ad accaparrarsi i funerali di pazienti defunti" in relazione alla quale il Gip di Ravenna ha emesso diverse misure cautelari personali. In sintesi tale articolo dopo aver reso edotti i lettori dell’esistenza della predetta associazione per delinquere ha comunicato dapprima le imprese funebri che "avrebbero fatto la parte del leone", subito dopo invece una lista di imprese funebri che hanno avuto ruoli più marginali, tra cui figurerebbero, a vostro dire in termini di certezza, le Onoranze Funebri Capra srl. Come evidente tale affermazione, oltre ad essere palesemente falsa nella misura che nè io nè la mia impresa abbiamo fatto parte di alcuna associazione per delinquere, appare essere estremamente lesiva dell’immagine commerciale della Capra srl, perché come noto e fino a prova contraria, il mero status di indagato in un processo penale non equivale ad un’affermazione di colpevolezza. Sono a chiedere, in qualità di amministratore e legale rappresentante di correggere l’immagine oltremodo distorta che è stata data dell’impresa da me rappresentata, precisando che non vi è nulla, nell’ultradecennale vissuto della società, che possa far dubitare della sua certa e totale estraneità, passata e presenta, all’associazione a delinquere in parola".

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Non si tratta di richiesta di rettifica, che sana un errore, ma di replica, che aggiunge elementi. Il signor Ivano Capra risulta tra i 37 indagati nell’ambito dell’inchiesta sul presunto racket delle salme e la sua impresa funebre compare nell’ordinanza del Gip tra le 17 coinvolte sebbene, insistiamo, con un ruolo marginale. È accusato, con tutti gli altri, di associazione per delinquere finalizzata a compiere atti corruttivi. Il che non vuol certo dire che sia colpevole.