Non togliete energia allo sviluppo delle imprese!

L’appello di Confartigianato perché le istituzioni salvino i posti di lavoro

Da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno. È questo l’allarme che arriva da un report dell’ufficio studi nazionale di Confartigianato, e che ha portato l’Associazione a lanciare un appello su tutti i mass media, rivolto a Governo e Istituzioni, a "non togliere energia allo sviluppo del paese". Emanuela Bacchilega, presidente provinciale di Confartigianato, in una nota ha rilevato come si tratti di "una situazione davvero insostenibile, che si va ad innestare in una fase già difficile a causa delle difficoltà di approvvigionamento di componentistica e materie prime dovute a questi anni di pandemia, alla riduzione delle disponibilità di container e navi da trasporto, e all’aumento generalizzato e spesso imprevedibile di questi costi. Anche le aziende sane, gestite con attenzione e capacità, rischiano di essere spazzate via dall’impossibilità di realizzare i lavori, preventivati solo pochi mesi prima, con livelli ben diversi di costi in materiali ed energia. Occorrono provvedimenti di emergenza, perché si rischia davvero una recessione che porterà ad un impoverimento complessivo e alla distruzione di migliaia di posti di lavoro".

Tiziano Samorè, segretario provinciale, ha indicato le richieste di Confartigianato al Governo: "Chiediamo l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. E inoltre serve sostegno all’incremento dell’autoproduzione, dagli investimenti in energie rinnovabili alle Comunità Energetiche. Infine va riformata la tassazione dell’energia, che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio chi inquina paga. Sono anni che lo chiediamo, ora non ci sono proprio più scuse per non intervenire".