"Non trovo diplomati in elettronica"

Daniele Banfi, titolare della WamBlee: "Il problema è anche di orientamento e formazione nelle scuole"

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"Quanto è difficile trovare diplomati interessati a lavorare nel nostro settore". A lanciare la segnalazione è Daniele Banfi titolare della WamBlee, azienda elettronica faentina specializzata in radiocomunicazioni. Sue ad esempio i sistemi di localizzazione di emergenza Epirb, in ambito marittimo e Elt, aeronautico, presenti in tutto il mondo.

Banfi, avendo la necessità di inserire in azienda due figure tecniche, neodiplomati, si è rivolto agli istituti tecnici attorno a Faenza dai quali sono usciti studenti in elettronica. L’offerta è quella di un contratto di apprendistato di sei mesi, come previsto dalla normativa, e poi l’eventuale assunzione con il contratto di settore.

"Abbiamo scritto a tutti gli Itis nelle vicinanze: Imola, Lugo, Ravenna, Faenza, Forlì e Cesena". Dagli istituti, secondo la statistica tenuta da Banfi, sono usciti 220 diplomati in elettronica che successivamente sono stati contattati dall’azienda manfreda. E Banfi ha analizzato i numeri. "Non siamo rimasti per nulla stupiti – continua Daniele Banfi- nell’appurare che appena il 17 per cento dei diplomati ha risposto; tra questi c’è chi ha detto di voler intraprendere l’università (5%), altri hanno detto di essere stati già assunti (2%), il 9 per cento si è detto non interessato mentre siamo riusciti a vederne solo l’un per cento".

Per quel che riguarda Faenza l’azienda, sui 40 studenti contattati e diplomati in elettronica, solo uno ha risposto e sostenuto il colloquio. Il problema è anche di orientamento. "Spesso – dice Banfi – il problema risiede nello scarso impegno che le scuole dedicano al tema dell’occupazione post-diploma. Per quel che riguarda l’istituto di Faenza, c’è una maggiore attenzione per la specializzazione in meccanica", anche se per la maggior parte degli Itis la ‘tendenza’ sembra essere la specializzazione in meccatronica, cioè l’elettronica abbinata alla meccanica.

"Una tendenza – continua Banfi – dettata spesso dalle agenzie interinali che non sempre valutano correttamente le esigenze del territorio. Per quel che ci riguarda, a Faenza e dintorni sono moltissime le aziende qualificate che impiegano diplomati in elettronica in diversi campi, tra cui realtà nel campo delle radiocomunicazioni; in regione il numero si avvicina alle 40mila unità, quindi un bacino lavorativo importante. Quotidianamente però ci confrontiamo con colleghi che si lamentano di non trovare figure da inserire in organico. Secondo il mio parere le scuole non fanno valutazioni legate alle necessità delle aziende del territorio e non dialogano con chi opera sul campo".

Altro tema sollevato da Banfi è la preparazione scolastica. "Noi siamo alla ricerca di giovani, volenterosi e motivati; purtroppo la preparazione scolastica – anche quella di base – è molto modesta e prima di un anno in azienda difficilmente riusciamo a tirare fuori qualcosa di buono da un neodiplomato. Stesso dicasi per gli universitari, perché la ‘palestra’ dell’azienda è la via migliore per prepararsi ad affrontare i problemi e le vere necessità del mercato".

La strada da seguire dovrebbe essere il contatto diretto tra scuole e aziende. "In passato – continua Banfi – abbiamo provato, senza successo, a mettere a disposizione dell’istituto tecnico i nostri laboratori perché lavorare sulla parte pratica nelle scuole è un altro mondo, vuoi per la oggettiva incapacità di dotarsi di attrezzature all’avanguardia ma a volte anche per la bassa preparazione di chi insegna su determinati settori. Inoltre ogni istituto, se realmente volesse farsi interfaccia col mondo del lavoro reale dovrebbe riuscire a motivare gli insegnanti, lasciando loro maggior margine di manovra".