
Cristina e Federica Pirazzoli parlano con voce ferma, ma è impossibile non cogliere la rabbia e il dolore che le...
Cristina e Federica Pirazzoli parlano con voce ferma, ma è impossibile non cogliere la rabbia e il dolore che le accompagna da oltre tre anni. Il loro padre, Francesco Pirazzoli, muore a 72 anni il 6 marzo 2021 all’ospedale di Lugo, in circostanze che definiscono "inspiegabili". Da allora, le figlie non si sono mai arrese. La loro è una battaglia per capire cosa sia davvero accaduto in quelle ore concitate. Siamo a Lugo, in piena emergenza Covid. Il 20 febbraio 2021 Francesco risulta positivo. "Nessuno si è fatto vivo: né il medico di base, né l’Usca", racconta Cristina. Il 5 marzo il padre ha una saturazione bassa, il medico consiglia di portarlo in ospedale. "Papà stava bene, era lucido. Gridava: “Mi vogliono portare via, ma io sto bene!”", ricorda Federica. All’arrivo al pronto soccorso, Pirazzoli viene sottoposto a tampone e ad accertamenti. Poi il trasferimento in terapia intensiva. "Alle 18 parliamo in videochiamata. Dice che sta bene, ci dice che all’indomani avrebbe fatto colazione. A mezzanotte ci manda un selfie: è tranquillo", raccontano. Ma dalla cartella clinica emergono ore oscure: tra le 23 e le 3 non viene sorvegliato. Viene sedato con morfina, senza esami specifici, e alle 6 viene comunicato il decesso per arresto cardiaco. "Non voleva andare in ospedale. Noi stesse avevamo dubbi", dicono. Da allora, la famiglia ha intrapreso un lungo percorso giudiziario. L’avvocata Simona Vivaldi e la dottoressa Barbara Balanzoni hanno seguito il caso, tra richieste di archiviazione e opposizioni. Il giudice ha disposto un incidente probatorio nel 2024. L’anestesista di turno è indagato. Ma, nonostante questo, arriva una seconda richiesta di archiviazione. E la vicenda si complica ulteriormente: il Pm che ha chiesto di nuovo l’archiviazione viene denunciato per omissione d’atti d’ufficio, così come i periti incaricati dal giudice, accusati di falsa testimonianza.
l. p.