Nove anni di indagini e misteri

Le foto choc in corsia, la condanna, le assoluzioni e una vita sospesa

Nove anni di indagini e misteri

Nove anni di indagini e misteri

di Andrea Colombari

Definitivamente assolta per il contestato omicidio di due suoi pazienti. E definitivamente radiata dal collegio professionale. Gli ultimi nove anni sono stati segnati da diversi procedimenti aperti a carico della ex infermiera 50enne Daniela Poggiali. Tutto a partire da quel lontano 8 aprile 2014, giorno del decesso della 78enne Rosa Calderoni di Russi all’ospedale di Lugo. Le conseguenti indagini dei carabinieri, anche su periodi precedenti, sono valse alla ex infermiera una condanna definitiva per vari furti in corsia pari a un totale di 4 anni e 7 mesi di reclusione.

Per le due celeberrime foto scattate da una collega oss (operatrice socio-sanitaria) il 22 gennaio 2014 e che la vedono sorridente e con i pollici alzati accanto a una paziente di 102 anni appena deceduta, sul fronte penale per la 50enne era arrivata l’archiviazione del fascicolo aperto per vilipendio di cadavere, reato del resto contestabile solo nel caso ci sia stata interazione fisica con il corpo. L’azione però le era valsa il licenziamento dall’Ausl Romagna passato in giudicato dopo impugnazione davanti al giudice del Lavoro di Ravenna. Per gli stessi scatti, il collegio degli Infermieri ravennati l’aveva radiata: decisione confermata poi a Roma. Su altre morti ritenute in prima battuta sospette dalla procura, si è in attesa che il gip fissi l’udienza legata all’opposizione all’archiviazione presentata dai familiari di due pazienti che facevano parte di un insieme selezionato di 12 fascicoli. Il primo si era verificato negli stessi giorni della morte della Calderoni. Esattamente il 5 aprile quando era venuta a mancare la paziente Maria Sangiorgi: il legale ha chiesto che venga ascoltata la figlia della defunta. Richiesta analoga per ascoltare i familiari che ebbero a che fare con il defunto poco prima della morte, è stata formulata anche per il decesso di Mauro Farolfi.

In questo caso l’uomo, da tempo in coma vegetativo a causa di un ictus, era venuto a mancare il 6 febbraio 2014. La stessa Poggiali, qui in qualità di parte offesa, ha presentato opposizione all’archiviazione sulla presunta macchinazione ordita ai suoi danni (indagata è l’allora direttrice dell’ospedale di Lugo Ivonne Zoffoli): e anche qui si è in attesa che il gip fissi l’udienza. Per quanto riguarda il 94enne Massimo Montanari di Conselice deceduto sempre a Lugo il 12 marzo 2014 alla vigilia delle dimissioni dall’ospedale e in passato datore di lavoro del compagno dell’imputata, a metà dicembre 2020 il gup di Ravenna aveva condannato la Poggiali in abbreviato a 30 anni di reclusione. L’ex infermiera alla vigilia di quel Natale era poi finita in carcere in custodia cautelare: misura confermata fino alla Cassazione. Ma a fine ottobre 2021 la donna era stata assolta con formula piena e scarcerata. Lo stesso esito lo stesso giorno anche per il caso Calderoni che però arrivava dall’annullamento dell’assoluzione-bis in Cassazione.

A primavera 2022 l’assoluzione del fascicolo Montanari era andata subito in giudicato in quanto non impugnata dalla procura generale di Bologna. Per il caso Calderoni invece l’accusa aveva insistito. Su questo procedimento, in primo grado nel marzo 2016 la corte d’assise di Ravenna aveva condannato l’imputata all’ergastolo. A luglio 2017 nel primo appello a Bologna, anche alla luce del risultato di una perizia la 50enne era stata assolta e scarcerata dopo 1.003 giorni in cella. La prima Cassazione aveva poi annullato: e l’appello bis aveva confermato arrivando a delineare addirittura una macchinazione contro l’imputata. La Cassazione-bis aveva annullato: e l’appello-ter aveva confermato l’assoluzione piena. Ora conosciamo pure l’esito della terza Cassazione. Per l’ex infermiera resta ora in piedi un processo, partito da pochi mesi, per la contestata sottrazione di materiale sanitario da una casa di riposo di Alfonsine in concorso con una familiare che vi lavorava.