Nuova vita per lo storico sipario del ‘Goldoni’

Sta per concludersi il restauro del dipinto e della tela dipinta da Muzzi che chiude il palcoscenico del teatro comunale di Bagnacavallo.

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E’ uno dei piccoli gioielli di cui si può vantare Bagnacavallo ed è custodito all’interno di uno ‘scrigno’ ammirato da tutta Italia. Stiamo parlando dello storico sipario del teatro Goldoni, sipario che è al centro di un restauro grazie a un service del locale Lions Club. Nei giorni scorsi è stato fatto, in teatro, il punto sull’intervento. Risalente a poco prima della metà dell’800, il sipario del Goldoni raffigura la visita del senatore bolognese Camillo Gozzadini a Bartolomeo Ramenghi, celebre pittore bagnacavallese del Cinquecento, e fu dipinto da Antonio Muzzi (Bologna 1815-1894), uno degli artisti più ammirati e in voga del tempo, famoso per i ritratti di esponenti dell’alta società.

La scena dipinta sul sipario è ambientata nel cortile di Palazzo Boncompagni a Bologna, città nella quale il Ramenghi si trasferì e operò a lungo. Il sipario è stato realizzato con strisce di tela di canapaiuta, tessuta a telaio e cucita verticalmente. L’intervento di restauro prevede l’asportazione dei depositi superficiali, il consolidamento del sipario, la rimozione di materiali di restauro applicati sulla tela, l’applicazione di inserti di tela per ricostruire l’unità del supporto e il miglioramento della stabilità della tela dipinta.

I lavori sono eseguiti da Michele Pagani e Maria Lucia Rocchi di Etra, società lughese di conservazione e restauro di beni culturali e storico-artistici. "Il teatro di Bagnacavallo – spiega Pagani – dopo quasi due secoli dalla sua fondazione conserva integralmente il suo apparato decorativo interno. Ancora oggi le lucide pareti in scagliola accolgono una ricca decorazione realizzata con la tecnica pittorica più rappresentativa delle arti del XIX secolo: la pittura a tempera, cosiddetta pittura a secco. Questa tecnica, largamente utilizzata a partire dal XVIII secolo, è impiegata non solo per decorare le superfici dell’architettura, ma anche per la realizzazione di scenografie e sipari volti a creare effetti architettonici illusionistici e tridimensionali come nel caso del raro sipario del Goldoni, ancora oggi movimentato per aprire e chiudere la scena".

Questi manufatti venivano realizzati, illustra ancora Pagani, "direttamente sulla tela di iuta e canapa senza nessuna preparazione, come invece avveniva per i dipinti a olio su tela e volevano essere allestimenti momentanei e sostituibili. Sono rari gli esempi di pittura a secco su tela conservatisi fino a oggi. In Romagna c’era anche il sipario, seppur più recente, del distrutto teatro di Fusignano e poco altro ancora. Il restauro vuol essere prevalentemente un’operazione conservativa volta a mantenere e stabilizzare la fragile pellicola pittorica e il supporto in tessuto in parte usurati e indeboliti dall’utilizzo e dal naturale invecchiamento provocato dal fluire del tempo".

Il costo delle opere, di 12mila euro, è sostenuto dal Lions Club di Bagnacavallo grazie a un service, ricorda la presidente Michela Michelini, "che ha visto il nostro club impegnato per due anni sociali nell’ambito di un impegno consolidato e mirato al recupero dei beni artistici e culturali locali". La conclusione dei lavori è prevista prima della Festa di San Michele, in programma dal 25 al 29 settembre.