Nuovo Dpcm, il sindaco di Ravenna: "No alla città blindata"

De Pascale: "Se fossimo costretti a chiudere una via perché non siamo in grado di stare seduti la vedrei come una sconfitta"

Le vie del centro di Ravenna durante la notte di Dante (Zani)

Le vie del centro di Ravenna durante la notte di Dante (Zani)

Ravenna, 20 ottobre 2020 - "I nostri controlli si focalizzeranno sull’obbligo della mascherina e sul rischio di assembramenti davanti ai locali. Per il resto ci attendiamo che vengano chiariti alcuni punti del Dpcm di domenica sera per poi applicarli". Notti bianche per il sindaco Michele de Pascale, che anche nella veste di presidente dell’Unione delle Province italiane partecipa online alle riunioni convocate dal premier Conte.

Sindaco, partiamo dai due punti che ha indicato come quelli dove sarete più intransigenti: mascherine e assembramenti. Come vi comporterete? "Mi sembrerebbe assurdo che, dopo essere riusciti a rimettere in piedi una situazione di grande difficoltà per i pubblici esercizi dopo il lockdown, con più tavoli sul suolo pubblico e altre facilitazioni, ci si giochi tutto proprio ora. I contagi sono in crescita, non dimentichiamolo. Nella nostra realtà controlleremo l’utilizzo della mascherina e di tutti i dispositivi sanitari prescritti dai protocolli. Lo stesso accadrà davanti a bar e pub. Non devono esserci assembramenti. Se fossimo costretti ad adottare la misura di chiudere una strada o una piazza perché non siamo in grado di star seduti, la vivrei come una sconfitta per la nostra comunità".

Domenica sera lei si è molto arrabbiato ‘pubblicamente’ proprio a proposito della responsabilità in capo ai sindaci per quan to riguarda strade o piazze dove si creano assembramenti. Poi sono uscite alcune precisazioni come, ad esempio, quella del coinvolgimento in caso di decisioni importanti, di prefetti e comitati per la sicurezza e l’ordine pubblico. "Il problema sta in questi termini. Fino all’annuncio in diretta di domenica sera, da parte del Governo nessuno aveva mai presentato come imminente la possibilità di interdire al pubblico la libera circolazione nelle città o in parte di esse dopo una certa ora. Nella prima stesura, quella che abbiamo appreso in diretta e che ci ha fatto molto arrabbiare, non era prevista una ‘possibilità’, ma un obbligo, di chiudere alle 21 tutti gli spazi dove potenzialmente si potesse creare assembramento. Di fatto non una scelta discrezionale, ponderata e gestita fra sindaci, Ausl, prefetti e forze dell’ordine. I sindaci, in sostanza, da soli si sarebbero dovuti assumere la responsabilità di blindare, per conto del Governo, parti della città.

Ieri sono uscite due precisazioni importanti: sul calcio giovanile e sull’inizio delle lezioni alle 9. Cosa ne pensa? "Nel caso dello sport si è fatta chiarezza: partite ufficiali no, allenamenti individuali sì. Sull’avvio delle lezioni scolastiche alle 9 ho dei dubbi perché ogni città ha esigenze diverse. A Milano o Roma capisco che chi va a scuola in metropolitana al mattino presto incontri pendolari che vanno al lavoro e altri cittadini che si spostano. Per cui differenziare l’orario è opportuno. Ma a Ravenna, a Faenza e in altre realtà ‘medie’ ci sono i bus che portano solo gli studenti. Alle 8 o alle 9, sono sempre e solo ragazzi. Vedremo".

La città di appresta a ospitare eventi che attirano numerose persone, dove i contatti possono essere più facili. Pensiamo a Giovinbacco, alla Maratona e alla Trilogia. Si potranno svolgere? "Una decisione finale la prenderemo oggi. Ieri abbiamo raccolto la documentazione necessaria, le interpretazioni al Dpcm, le regole delle federazioni sportive. Oggi valuteremo cosa si potrà fare e in che modo. Per la Trilogia non c’è problema, perché per i teatri valgono norme già esistenti da tempo alle quali l’Alighieri si è già adeguato".

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