"Ok al rigassificatore, ma va estratto più gas"

Confindustria: "Abbiamo tutto per accogliere le navi che trasporteranno gas naturale liquefatto". Il sindaco: "Serve anche il parco eolico"

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Rigassificatore ma anche gas estratto in Adriatico. Il terminale a mare e la rete distributiva per immettere in rete il gas sono l’arma a disposizione di Ravenna per ospitare una delle due navi rigassificatrici che il ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani ha indicato come indispensabili per fronteggiare la crisi in atto. Attualmente è in corso negli Stati Uniti la ricerca di queste navi gasiere, una delle quali pare abbia come destinazione Ravenna. A favore di questa ipotesi si è espresso anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla.

Un contributo dell’Emilia-Romagna al superamento di questa difficile fase, potrebbe estendersi "alla gestione del gas naturale liquefatto in arrivo nel nostro Paese – ha detto Colla - guardando anche alle grandi infrastrutture presenti nella regione a partire dall’hub di Ravenna". La città, con il sindaco de Pascale, il presidente dell’Adsp Daniele Rossi e le associazioni di categoria ha già dato ampia disponibilità ad ospitare la nave rigassificatrice, alla luce dell’esperienza maturata in tema di gas naturale liquefatto con il deposito Pir-Edison in porto che già utilizza una nave specifica per il trasporto del Gnl.

Ieri sull’argomento è intervenuto il sindaco de Pascale: "Ho già detto che sono favorevole al rigassificatore, ma non avrebbe senso questa sola opzione senza far ripartire le estrazioni al largo di Ravenna e senza il parco eolico. Le capacità di Ravenna vanno valorizzate, è una grande occasione anche per il Governo". Confindustria Romagna "apprezza e rilancia la candidatura di Ravenna e del suo porto proposta dall’assessore Colla per accogliere il gas naturale liquefatto in arrivo, alla luce dei nuovi accordi nell’ambito della diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico".

"Le aziende sono pronte a fare la propria parte - commenta il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi – grazie a talenti e tecnologie all’avanguardia, per rendere il territorio punto di riferimento in una strategia energetica che deve essere lungimirante e composita, ma che ancora non vediamo con chiarezza".

Meno apprezzate le parole di Colla a proposito del sostegno al piano delle aree estrattive, il Pitesai. "Ribadiamo che occorre valutare seriamente una deroga al Pitesai per consentire nuove esplorazioni e aumentare la quota di metano estratto dai nostri fondali. Percepiamo ancora troppa cautela nella transizione ecologica, che invece va spinta e accelerata con convinzione, a partire dalla semplificazione dei processi autorizzativi e burocratici per i nuovi impianti green". "Il Pitesai - ha dichiarato due giorni fa Franco Nanni, presidente del Roca - non è stato fatto per regolare le aree ma per non fare attività di coltivazione di idrocarburi in Italia. Le aree sono state talmente ridotte al punto di limitare le future attività ed è previsto il taglio della produzione di alcune piattaforme esistenti. Pertanto auspichiamo che si sblocchino realmente quei vincoli che impediscono la ricerca e produzione di gas italiano".

lo. tazz.