Ok il prezzo è giusto "Per comprare la disco la Bbk dovrà pagare 755 mila euro"

Il Tar dopo 13 anni ha definito la questione sul Santa Fè-Matilda. . Per la srl ravennate vale 450 mila euro, ma i giudici. hanno optato per il calcolo fatto dalla Regione.

Ok il prezzo è giusto  "Per comprare la disco  la Bbk dovrà pagare  755 mila euro"

Ok il prezzo è giusto "Per comprare la disco la Bbk dovrà pagare 755 mila euro"

Esattamente 755 mila euro. Quasi il doppio della stima (450 mila euro) proposta da chi su quell’immobile ha diritto di acquisto, la società Bbk. Il calcolo del prezzo per la discoteca Santa Fè-Matilda di Marina di Ravenna fatto dalla Regione, è giusto. Anzi, l’amministrazione regionale, "anche al fine di scongiurare possibili responsabilità erariali", ha l’obbligo di "procedere alla stima del valore dell’immobile da dismettere nel rispetto" delle norme di settore. Come "correttamente avvenuto nel caso in esame".

E così, dopo 13 anni, il Tar di Bologna ha messo una prima parola sulla querelle che vede contrapposta la Bbk srl (condannata ora a pagare 3.000 euro di spese di lite) e la Regione Emilia Romagna. Al centro dello spartito, c’è la celeberrima discoteca rivierasca. La Regione - si legge nella sentenza pubblicata giovedì scorso - l’aveva concessa in uso alla Bbk nell’ottobre 1999 per nove anni con successiva proroga di anno in anno. Il primo sussulto è arrivato con lo specifico decreto legge del 2008 sul riordino del patrimonio immobiliare delle regioni: grazie a quello, la Regione ha individuato una serie di strutture non utilizzabili a fini istituzionali e cioè non strategiche. Ed è così che pure la discoteca di Marina è finita nella lista delle cose da vendere. Nel novembre del 2010 alla Bbk è stato offerto il diritto di opzione. Una bella notizia, probabilmente. Se non fosse stata accompagnata dal prezzo secco: 755 mila euro appunto. Con un termine perentorio di 90 giorni per accettare o meno.

Ma la società ravennate, ritenendo quel prezzo esoso e molto distante dai valori di mercato, ha fatto ricorso davanti al tribunale ordinario di Bologna. La Regione si è costituita: e, di comune accordo tra le parti, è stato chiesto all’agenzia del territorio un supplemento per determinare il valore del bene. A sua volta la Bbk ha depositato due stime da 450 mila euro.

Nel giugno 2011 nuova doccia fredda: l’agenzia ha confermato integralmente la prima stima comunicando alla Bbk la possibilità di esercitare i suoi diritti per garantirsi la discoteca ma entro fine agosto di quell’anno.

A quel punto la srl ha lamento di essere stata costretta a esercitare il diritto d’acquisto per evitare che magari venisse definitivamente compromesso. Ma ha insistito con il tribunale ordinario per fare valere le proprie ragioni. Ed è qui che il caso è finito in una impasse di competenze: perché anche il Tar si è visto investito della questione. A chi il dovere di decidere? Tutto a fine aprile 2019 è finito a Roma davanti alle sezioni unite della Cassazione: e con ordinanza dell’anno dopo, ecco che gli Ermellini hanno optato per il giudice amministrativo.

E la corte bolognese - presieduta dal giudice Andrea Migliozzi - ha ora rilevato che l’agenzia del territorio ha accertato che la discoteca rivierasca "aveva un valore sensibilmente superiore a quello catastale". La Regione ha insomma "agito nel pieno rispetto della disciplina vigente". Con la conseguenza che "la procedura utilizzata per il prezzo, è immune da censure". E’ stato definito inoltre "infondato" il fatto che l’agenzia del territorio "avrebbe utilizzato una metodologia errata" giungendo a "un valore ben lontano da quello di mercato". Il prezzo del Santa Fè-Matilda rimarrà (per ora) insomma di 755 mila euro.

Andrea Colombari