Ravenna, diciannove omicidi ancora irrisolti

I casi irrisolti di cronaca giudiziaria degli ultimi 50 anni. Resta il giallo sul 49enne ucciso a Castel Bolognese con un colpo di fucile

Ravenna, 8 gennaio 2023 – Diciannove in mezzo secolo di cronaca giudiziaria. Per gli amanti delle statistiche, uno ogni due anni e mezzo a partire dal lontano 1970. A tanto ammontano i delitti irrisolti sulla nostra provincia. La loro distribuzione effettiva naturalmente non segue le leggi della matematica ma quelle molto più indecifrabili della natura umana e del caso. Nel 2015, nel 1987 e nel 1985 ad esempio si sono registrati nel giro di pochi mesi due delitti tutt’ora senza colpevole; nel 1998 e nel 1997 sono stati addirittura tre. L’ultimo risale alla sera del 29 ottobre scorso quando Felice Orlando, operaio 49enne con la passione per la caccia, viene freddato in un frutteto vicino a casa sua a Castel Bolognese con due colpi esplosi da vicino con arma da caccia. Il precedente risale al 16 settembre 2017 quando a Lugo la 78enne Alma Matulli viene scippata mentre sta passeggiando con la sua badante: cade, batte la testa e muore in ospedale dopo quattro mesi di agonia. L’unico imputato, un 26enne tunisino, verrà assolto.

L’omicidio, ancora irrisolto, di Felice Orlando lo scorso ottobre
L’omicidio, ancora irrisolto, di Felice Orlando lo scorso ottobre

Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre 2015 è la volta del metronotte 42enne Salvatore Chianese: viene ammazzato durante un giro di ispezione alla cava Manzona di Savio con un colpo di fucile alla nuca e rapinato della pistola. Un modus operandi analogo a quello usato da ‘Igor il russo’ per rapinare una guardia giurata nel Ferrarese: il fascicolo alla fine verrà archiviato. Il nome di Igor si fa largo, ma senza approdare a nulla, pure in occasione dell’omicidio di Mor Seye, 46enne senegalese ucciso nel primo pomeriggio del 12 settembre 2015 con cinque colpi di pistola di piccolo calibro sparati sulla spiaggia di Casal Borsetti. Proprio in quell’anno, gli altri omicidi irrisolti vengono messi in fila dai giornalisti Nevio Galeati e Carlo Raggi nel libro ‘Delitti imperfetti’. Si parte dal ‘famigerato’ 1998 quando Brigitte Fugger, lucciola 31enne di origine albanese con passaporto austriaco, a febbraio viene massacrata di botte e accoltellata: il suo cadavere verrà trovato alla cava Manzona.

Ad agosto tocca all’agricoltore 70enne Luigi Bezzi, che tutti in paese conoscono come Ragù: qualcuno lo ammazza con tre colpi di pistola mentre sta pescando nel canale Destra Reno a Mandriole. A settembre sulla E45 vengono trovati i resti della 19enne moldava Mariana Rusu, ballerina di night che aveva sposato un italiano. Nel 1997 gli omicidi sono ancora tre anche se gli inquirenti arrivano a ipotizzare elementi in comune. Siamo di maggio e se fosse un film, la prima scena mostrerebbe due sicari armati di revolver fare fuoco in un pub di Punta Marina contro due operai di origine albanese, il 26enne Arben Kurani e il 27enne Agim Lala. A Cannuzzo quattro mesi dopo viene ammazzato il 38enne Amedeo Rosetti, addetto alla sicurezza che la notte del duplice omicidio era stato visto parlare con le vittime poco prima degli spari.

Ancora maggio, ma 1996: in un appartamento di Lido di Savio la 34enne domenicana Iolanda Castillo, che sugli annunci si fa chiamare ‘dea dell’amore’, viene trovata in una pozza di sangue con due coltelli nel petto e un paio di slip da uomo in bocca.

Più nulla fino al 1995 quando a San Marco la tabaccaia 70enne Maria Vichi viene scaraventata contro il bacone e rapinata: perderà la vita a causa di un forte trauma cranico.

Nel luglio 1990 a morire è un altro metronotte: il 27enne Costantino Frizziero, ucciso a colpi di calibro 9 da quattro malviventi intenzionati a rapinare una banca di Pinarella. Nell’aprile 1987 il 21enne Pier Paolo Minguzzi viene rapito mentre sta rincasando nella sua Alfonsine e ucciso quasi subito. Per il giovane – carabiniere di leva, studente universitario e ultimogenito di una famiglia di imprenditori – i suoi aguzzini chiederanno 300 milioni di lire ben sapendolo già morto.

Il caso, riaperto dopo 31 anni, a giugno ha visto l’assoluzione di tutti e tre gli imputati: l’idraulico del paese e due ex carabinieri. Sempre nel 1987 ma ad agosto a Faenza viene accoltellata a morte la lucciola 20enne Antonella Ghetti.

Destino analogo per la lucciola 54enne Angela Crugliano, trovata strangolata nel dicembre 1985 in un fosso di Ravenna.

In quell’anno per una coltellata presa a Punta Marina, il marittimo 32enne egiziano Sadek Hassanin muore in ospedale dopo cinque giorni di agonia.

Nel settembre 1984 a Faenza perdere la vita per un trauma cranico è la 78enne Rosina Gaiani: gli inquirenti ipotizzeranno uno scippo sul pianerottolo di casa finito in tragedia. Poi più nulla fino al giugno 1970 quando il tabaccaio 44enne Gino Triossi viene trovato cadavere in un’aia di San Marco: ha la testa fracassata a martellate da mani tutt’ora ignote.