Omicidio Cervia, il pizzaiolo ucciso con un’arma, forse una pistola

L’uomo, di 43 anni, è stato massacrato di botte nella casa dove viveva a Castiglione

Rocco Desiante, 43 anni, lavorava come pizzaiolo

Rocco Desiante, 43 anni, lavorava come pizzaiolo

Castiglione di Cervia (Ravenna), 8 ottobre 2018 - Amici e conoscenti della Caffetteria della Piazza, nel centro di Castiglione di Cervia, non avevano notizie di lui almeno da mercoledì sera, quando era andato al bar l’ultima volta per guardare le partite di Champions League.

AGGIORNAMENTO Omicidio di Cervia, caccia ad almeno due assassini

Lo chiamavano al telefono, ma era sempre spento. E in cuor loro speravano che fosse tornato al paese d’origine, Gravina di Puglia, volontà che più volte aveva espresso anche negli ultimi giorni per chiudere una difficile parentesi della sua vita.

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Eppure a molti pareva strano che Rocco Desiante, 43 anni, fino a un mese fa pizzaiolo nella vicina Castiglione di Ravenna, se ne fosse andato così, senza salutare nessuno. Il timore che potesse essergli successo qualcosa di irreparabile si è materializzato domenica alle 2 di notte, quando vigili del fuoco e carabinieri lo hanno trovato morto in casa in un lago di sangue, col cranio sfondato.

AD allertarli era stato il padrone dell’alloggio, un amico chef conosciuto in ambito lavorativo, che gli aveva dato la casa in uso da lunedì scorso e dove avrebbe dovuto restare solo pochi giorni. Residente a Lugo e a sua volta allertato dagli amici del bar, il proprietario aveva provato a entrare, ma la porta era chiusa dall’interno e con la chiave inserita. Ieri, a metà mattina, il medico legale ancora non si sbilanciava.

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Né sull’orario della morte, che potrebbe risalire a diversi giorni prima, né sul numero dei colpi mortali inferti dall’assassino. Di certo ha però riscontrato un importante trauma cranico e numerose ecchimosi su quel volto tumefatto, segni di un pestaggio violento avvenuto a mani nude poi concluso con una coltellata o, non si esclude, da un colpo di pistola. Sul posto gli investigatori non hanno trovato armi, ma la scena del delitto appariva particolarmente efferata.

Il corpo dell’uomo semi disteso sul divano, il sangue che imbrattava il pavimento e le pareti nonché su un tappeto trovato a terra accartocciato, quasi che qualcuno avesse tentato di ripulire quell’orrore. Ma oltre che sull’identità dell’omicida fino a ieri sera era ancora giallo sul movente. La porta era chiusa dall’interno con le chiavi inserite, così come finestre e persiane, nessun segno di scasso o tentativo di intrusione. Si esclude la rapina: Rocco aveva perso il lavoro, era ospite temporaneamente in quel bilocale privo di gas e luce.

Probabilmente il 43enne conosceva il suo assassino, l’ha fatto entrare e tra i due ci sarebbe stata una violenta colluttazione (FOTO), tanto che il tanto sangue trovato potrebbe appartenere non soltanto alla vittima, gli investigatori ne sono convinti. Chi è uscito da quella porta, semplicemente tirandosela dietro, infatti, ha lasciato evidenti tracce ematiche anche sulle scale. Le stesse che giovedì mattina alcuni vicini del piano di sopra avevano notato, a quanto pare senza darvi troppa importanza e, stranamente, senza dare alcun allarme, benché nel corso della notte alcuni di loro avessero sentito «forti rumori, tra le 3 e le 4, come di botte» provenire da quell’appartamento. Esclusa anche la pista passionale – sembra non avesse frequentazioni –, al momento non è emerso neppure che avesse grossi debiti.

Le indagini sono condotte dai militari del Nucleo investigativo e della compagnia carabinieri di Cervia, la Scientifica ha individuato numerose impronte. Sul posto, nella notte, sono intervenuti anche il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Roberto De Cinti e il pm di turno, Antonio Vincenzo Bartolozzi.