LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Omicidio in Colombia, la famiglia del biologo fatto a pezzi respinge la pista dell’omofobia

Lo zio esclude che fosse in viaggio con un amico. “Frequentazioni gay? Non lo so, ma non c’è nesso”

Omicidio in Colombia, la famiglia del biologo fatto a pezzi respinge la pista dell’omofobia

Ravenna, 15 aprile 2025 – La famiglia di Alessandro Coatti, il 38enne biologo ravennate brutalmente ucciso in Colombia, manifesta perplessità di fronte all’ipotesi del movente omofobo emersa tra le possibili cause del suo assassinio.

Alessandro Coatti, il biologo ucciso il cui corpo è stato trovato fatto a pezzi in una valigia in Colombia
Alessandro Coatti, il biologo ucciso il cui corpo è stato trovato fatto a pezzi in una valigia in Colombia

Lo zio paterno, Giovanni Coatti, non nasconde lo sconcerto dei familiari. “Stanno scrivendo di tutto e di più”, dichiara lo zio Giovanni, evidenziando la sensazione di incertezza che avvolge la vicenda e la difficoltà a comprendere come l’orientamento sessuale di Alessandro possa essere collegato a un atto di tale efferata violenza.

“Io Alessandro lo vedevo poche volte all’anno, non conoscevo i suoi gusti sessuali e poi mi scusi, che cosa cambierebbe? Giustificherebbe forse il fatto di trovare un corpo straziato in quel modo?”. La perplessità della famiglia di fronte alla pista dell’omofobia è evidente nelle parole dello zio Giovanni. Un’ipotesi che non convince i Coatti, soprattutto di fronte alla ferocia inaudita del crimine.

“La Colombia non è un paese omofobo” ha dichiarato l’ambasciatore italiano a Bogotà che, pur non escludendo un crimine d’odio, ipotizza anche un “incontro finito male”. Le indagini si muovono su diversi fronti. Inizialmente, era stata vagliata l’ipotesi di un coinvolgimento di narcos o della malavita organizzata colombiana, ma questa pista sembrerebbe aver perso consistenza.

L’attenzione si è poi spostata su possibili crimini d’odio o incontri finiti tragicamente. Alcune indiscrezioni avevano parlato di una passione di Alessandro per il ballo e di una sua possibile iscrizione a un gruppo.

Lo zio Giovanni conferma che “magari aveva la passione del ballo, ma non lo faceva in modo professionale”. Allo stesso modo, la famiglia tende a escludere l’ipotesi che Alessandro fosse in Colombia in compagnia di un amico. L’ultimo contatto visivo con il 38enne risale a un video inviato alla madre poche ore prima della sparizione, in cui lo si vede da solo in una piantagione di caffè: “Descrive il luogo in cui si trova – spiega lo Zio – e si dice contento di fare ritorno in albergo”.

Si apprende, inoltre, che il Ros di Roma si recherà in Colombia per seguire da vicino gli sviluppi investigativi, in un contesto in cui le ipotesi rimangono ancora molteplici. L’ambasciatore italiano ha anche menzionato la possibilità che Alessandro sia stato vittima di gruppi criminali che adescano turisti, magari con l’intenzione di derubarli dopo averli storditi.

Viene invece esclusa l’ipotesi di una frequentazione con la compagna di un boss locale. “Brancolano nel buio e non sanno quando ci restituiranno ciò che resta di Alessandro. Hanno detto che lo faranno solo a indagini finite, quindi probabilmente si parla di mesi”.