Omicidio Fabbri Faenza, Barbieri: "Nanni mi propose di simulare l'impiccagione di Ilenia"

Ieri in aula hanno parlato i due imputati per la morte della 46enne. L’esecutore: "Voleva che ’sistemassi’ anche un promotore finanziario"

Pierluigi Barbieri in aula (Zani)

Pierluigi Barbieri in aula (Zani)

Ravenna, 20 gennaio 2022 - Sentiva quella vocina martellargli la testa. Era quella dell’ormai ex amico Claudio Nanni: doveva uscire dalla casa solo dopo avergli ammazzato l’ex moglie. E così ha fatto. "Ma la vittima non era lui, era Ilenia. Mi sono pentito". Ieri è stato il giorno degli esami degli imputati in corte d’assise nell’ambito del processo per l’omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di Faenza. Primo a prendere la parola è stato Pierluigi Barbieri, alias lo Zingaro, 53 anni, nato a Cervia ma negli ultimi tempi domiciliato nel Reggiano. In due precedenti interrogatori aveva reso confessione piena.

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«Confermo quello che ho detto", ha esordito partendo dall’incontro con il co-imputato Claudio Nanni - meccanico faentino di 55 anni ex marito delle defunta e presunto mandante del delitto - avvenuto tramite un amico comune conosciuto nel 2014 quando frequentava una ragazza di Forlì. Tra il 2015 e il 2016 era poi andato a lavorare nell’officina di Nanni a Faenza. In quel frangente, aveva pure conosciuto di vista la vittima. Di lei, l’ex marito gli aveva riferito della separazione: "Mi diceva che lo martellava in continuazione sui soldi. Poi mi disse che aveva trovato determinate persone per toglierla di mezzo".

Nanni gli spiegò "che lei era andata a toccare la casa, la macchina, il mantenimento e che aveva intentato una causa di lavoro da 500 mila euro". Ad agosto durante un’escursione in moto a Sasso Marconi, Barbieri aveva saputo da Nanni "che la persona che doveva fare da tramite per l’omicidio, era stata arrestata. Quindi chiese a me: mi disse che lei parlava male di lui con gli amici facendo tutte le bassezze di questo mondo". Ed ecco la prima proposta: "Simulare un’impiccagione. Ma siccome avevo convissuto 14 anni con una ragazza a Novara il cui padre si impiccò in garage e lei non volle più stare in quella casa, mi sono messo nei panni della figlia" di Nanni e Ilenia che abitava con la vittima. L’altra proposta era di occultare il cadavere: "Lui mi fece vedere che la moglie entrava dentro il trolley che aveva comperato. Mi aveva dato anche le chiavi dell’officina e di casa".

Barbieri ha quindi riferito dei due precedenti tentativi naufragati prima del 6 febbraio: "Aveva già scavato una buca vicino a casa dove dovevo mettere Ilenia, versarle l’acido su faccia e mani, ricoprire, portare via trolley e badile e farli sparire. Lui voleva che la colpissi con un tubo di ferro che c’è dentro l’officina. Gli dissi: ‘tu ti rendi conto se la colpisco così faccio un macello in casa’". A febbraio quindi il piano finale: "Mi disse: ‘mia figlia l’ho incastrata perché la macchina l’ho già pagata quindi è obbligata ad andare a ritirarla", riferimento a un’auto che dovevano andare a prendere a Lecco.

"Gli dissi: ‘Ma tu ti rendi conto di che spettacolo troverà tua figlia?’. Rispose: ‘Non me ne frega un c..., lei non deve più respirare’". Il delitto lo ha raccontato così: "Sono passato dal salotto sulla seconda rampa di scale, sulla sinistra c’era la camera. Ilenia stava messaggiando al telefono. E’ saltata improvvisamente sul letto, mi ha detto ‘chi sei?’, ha cercato di scappare: io con il manico del martello che mi ero portato dietro, ho dato una prima botta nella testa". Sono seguiti altri colpi, poi l’ha sgozzata con un coltello trovato in un cassetto.

Sul compenso: "Mi aveva promesso 20 mila euro, gli dissi ‘non mi prendere in giro, ma chi te la fa una cosa così?’. Mi propose allora anche una macchina. Nanni disse che dopo Ilenia dovevo sistemare un promotore finanziario: dovevo ammazzarlo, perché gli aveva fatto perdere 20 mila euro". Barbieri ha ricordato infine di avere chiesto aiuto allo psichiatra del centro di salute mentale che lo seguiva perché "ero spaventato delle mie azioni". Ma la risposta fu "che non ero schizofrenico".