Omicidio Faenza, Franco Valgimigli alla sorella. "Non ce la faccio più"

La confidenza dell’uomo che ha ucciso a martellate la moglie di 79 anni: "A volte è meglio farla finita"

Maria Miotto aveva 79 anni (foto Veca)

Maria Miotto aveva 79 anni (foto Veca)

Faenza (Ravenna), 6 agosto 2019 - Qualche giorno fa aveva detto all’anziana sorella che non ce la faceva più, e che «a volte è meglio farla finita». Una frase confidata da Franco Valgimigli, l’87enne arrestato per l’omicidio della moglie Maria Miotto, e che aveva destato sgomento nella donna, la quale si era preoccupata per la salute del fratello senza arrivare a pensare che l’uomo intendesse fare realmente ciò che aveva detto in preda allo sconforto. «Mai avremmo pensato che dicesse sul serio» confidano alcune persone vicine alla coppia. La famiglia è sotto shock, e anche il quartiere di via Boschi (foto), dove Franco Valgimigli e Maria Miotto si erano trasferiti da qualche anno in una delle villette nuove, dopo aver abitato per molti anni in centro storico. La coppia ha una figlia sola, colei che ieri mattina ha dato l’allarme per quanto accaduto.

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Gli investigatori nella villetta hanno trovato anche una serie di biglietti nei quali l’anziano aveva scritto frasi che esprimevano l’incapacità di affrontare le avversità che l’età avanzata gli stava presentando. «Si vedevano poco per il quartiere», è il primo e più diffuso commento di coloro che vivono vicino all’abitazione di via Boschi, teatro ieri mattina dell’omicidio di Maria Miotto. Il quartiere è uno delle nuove zone residenziali di maggior sviluppo di Faenza, tra l’ultimo tratto di via Fornarina e l’inizio di via Reda, poco distante dalla Cantina Sociale.

Sono quasi tutte case basse e via Boschi in pratica è un anello con ai due lati della strada le abitazioni che da una ventina di anni a questa parte sono iniziate a sorgere in un quadrato di terra una volta aperta campagna. Ieri mattina c’era poca gente per strada, solo qualche muratore che lavorava. Qui tanti faentini hanno scelto di vivere in una casa non agglomerata ad altre, con piccoli cortili o con qualche metro quadrato di verde, per avere quella libertà di poter respirare, lontani dal centro, nell’ultima parte del Borgo.

Anche Franco e Maria si erano trasferiti nella zona, sembra dopo aver abitato in via Sant’Umiltà. «Franco aveva sempre lavorato in campagna, un gran lavoratore – racconta un vicino intento ad annaffiare le piante del giardino – ma da tempo aveva anche smesso di curare l’orto che il Comune gli aveva assegnato perché ormai si muoveva a fatica». Un altro vicino di casa racconta che ogni tanto gli capitava di incrociarli, «ma negli ultimi tempi sempre meno».

I residenti che abitano a pochi metri descrivono i due anziani come una coppia tranquilla, simile all’apparenza a tante altre. Difficile rendersi conto di quello che stava accadendo tra le mura domestiche e del livello di prostrazione dell’uomo, colpito forse da una forma di depressione senile sfociata in tragedia. E a farne le spese è stata la moglie Maria.