Omicidio Faenza: nel cellulare di Nanni le parole del delitto

La consulenza informatica ha recuperato ’valigia’, ’chiavi’ e ’buco’, a conferma di quanto dichiarato dal sicario sull’omicidio di Ilenia Fabbri

Claudio Nanni

Claudio Nanni

Ravenna, 30 maggio 2021Tre parole allineate su un promemoria scovato nel telefonino dell’ex marito della vittima alla data del 10 ottobre scorso. Tre parole appena ma che sembrano sintetizzare per intero il progetto messo in piedi, secondo l’accusa, per eliminare Ilenia Fabbri, la 46enne massacrata il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di via Corbara a Faenza. Proprio così perché le tre parole individuate dalla consulenza informatica disposta dal pm Angela Scorza e depositata di recente, sono “valigia chiavi buco”.

Claudio Nanni
Claudio Nanni

Una sequenza che fa pensare al capiente trolley che, secondo il sicario reo confesso – il 53enne Pierluigi Barbieri, alias lo Zingaro, di origine cervese ma domiciliato nel Reggiano -, avrebbe dovuto servire per portare via il cadavere della donna. Alla copia delle chiavi di casa che lo stesso ex marito della vittima – il meccanico 54enne Claudio Nanni – ha ammesso di avere consegnato allo Zingaro pur cercando di ridimensionare l’incarico dato all’amico al mero tentativo di impaurire la ex. E infine alla buca scavata a poche centinaia di metri da via Corbara nella quale, secondo le parole del 53enne, avrebbe dovuto scomparire il corpo di Ilenia dopo essere stato cosparso di acido. Il Barbieri a riscontro delle sue dichiarazioni, oltre alla buca – per lui scavata dal Nanni -, aveva fatto ritrovare alla polizia di squadra Mobile e locale Commissariato sia la vanga usata che l’acido e il trolley presumibilmente destinati a Ilenia: tutto il materiale, ora sotto sequestro, era nell’officina meccanica di via Forlivese del 54enne. Ora ulteriore possibile conferma all’articolata pianificazione dell’omicidio, è giunta dallo stesso ex marito della defunta: una conferma involontaria, certo, ma pur sempre di forte impatto.

image
image
E in attesa che magari possa essere lo stesso Nanni – difeso dall’avvocato Francesco Furnari - a provare a giustificare il significato di quel promemoria, non ci sfugge un’altra circostanza, questa volta temporale. La data in cui l’ex marito di Ilenia vergò quelle tre parole, coincide infatti con un viaggio fuori regione, forse in Sicilia. Solo un caso? No secondo il Barbieri il quale nella dettagliata confessione rilasciata in questura il 17 marzo scorso – cioè ben prima del deposito della consulenza informatica – aveva collocato il primo dei tre tentativi di fare fuori Ilenia proprio quel frangente: come dire che il viaggio di Nanni era solo un escamotage per raccattare un alibi. Lo Zingaro era entrato in azione dopo che Arianna, la figlia, era uscita per andare al lavoro: ma – disorientato dalle scale e mal istruito sul percorso per raggiungere la camera di Ilenia - aveva presto mollato la presa. A ottobre inoltrato ecco il secondo tentativo, sempre con l’obiettivo di fare sparire Ilenia dentro al trolley dopo averla soffocata nel sonno. E anche in questo caso Nanni si era precostituito un alibi: un viaggio a Roma assieme ad Arianna per andare a vedere un’auto (alibi fotocopia a quello del 6 febbraio fatta eccezione per la destinazione: Lecco). Tutto pronto: Barbieri nella sua auto aveva caricato trolley e acido. Ma un ritardo del 54enne aveva spazientito lo Zingaro che se ne era andato stizzito. E la questione aveva compromesso i rapporti tra i due: Barbieri era addirittura intenzionato a non prestarsi più alla richiesta del Nanni (uccidere la ex in cambio di 20 mila euro e un’auto usata). Gli aveva persino restituito trolley e acido: materiale che il meccanico faentino era andato a riprendersi nel Reggiano. Poi i due avevano ricucito: il piano “valigia chiavi buca” era cambiato, l’obiettivo finale no.