Omicidio di Faenza, l'ex marito di Ilenia: "Mando qualcuno a farti la festa"

La frase choc riferita da una persona alla polizia subito dopo il delitto. Le indagini su tensioni familiari e movente economico. "Davvero? Impossibile, non ci credo" le parole di Claudio Nanni quando gli è stato notificato l’avviso di garanzia per omicidio

Ilenia Fabbri, con l’ex marito Claudio Nanni, ora indagato.

Ilenia Fabbri, con l’ex marito Claudio Nanni, ora indagato.

Faenza (Ravenna), 12 febbraio 2021 - Ci si muove sulla sottile linea che separa il livore di un momento da un omicidio premeditato. Del resto il contenuto della frase attribuita all’ex marito, ora indagato per omicidio pluriaggravato, è di quelli potenzialmente capaci di reggere un intero movente. Perché se lei avesse continuato così, prima o poi lui le avrebbe mandato qualcuno "a farle la festa".

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L’ombra di una sagoma nella telecamera

Non si tratta di una chiacchiera di paese cresciuta in una sonnecchiosa  Faenza che da un giorno all’altro si è risvegliata al centro della cronaca nera nazionale. Ma tutto è stato messo nero su bianco a verbale. Proprio così: poco dopo l’omicidio della 46enne Ilenia Fabbri, trovata sgozzata sabato scorso nel suo appartamento di via Corbara, una persona (per tutelarla, la indicheremo solo come tale) si è presentata in Commissariato. Sfogo o confidenza, decidetelo voi: sta di fatto che in un paio di occasioni il 53enne Claudio Nanni, ex marito della defunta, uscendo dal suo avvocato civilista, si era lasciato andare a invettive contro la consorte.

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E aveva riferito che le avrebbe mandato qualcuno. Gli inquirenti, ora, stanno verificando se non possa trattarsi di quel ’qualcuno’ che a cavallo delle 6 di sabato in meno di 7 minuti, forse con una copia delle chiavi in tasca, si è arrampicato sino al terzo piano dell’abitazione della donna per andarla a cercare in camera, ha tentato di soffocarla, l’ha inseguita giù per le scale, l’ha inchiodata al pavimento spingendola con il tacco di una scarpa e infine, con livida determinazione, l’ha accoltellata alla gola da tergo. Del resto l’ex marito è indagato in concorso con persona al momento ignota. Il diretto interessato, che già aveva negato ogni suo coinvolgimento quando era stato sentito come semplice persona informata sui fatti, ha congelato la sua dichiarazione di innocenza in una frase laconica pronunciata giovedì mattina davanti a chi gli stava consegnando l’avviso di garanzia: "Davvero? Impossi bile, non ci credo". La vicenda retrocede qui di qualche anno, fino al 2017 quando i due, dopo 18 anni assieme e una fi glia, entrano in crisi.

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Lei lo denuncia per maltrattamenti: lui – lamenta la donna – in un’occasione l’avrebbe aggredita e minacciata di morte. Ma soprattutto le avrebbe impedito sistematicamente di accedere alle risorse pecuniarie. Il fascicolo penale viene però archiviato: e tuttavia il tema del contenzioso sui danari coniugali prosegue anche dopo la separazione arrivata nel 2018. Tanto che è evidente che la Procura di Ravenna sta guardando a un movente economico. Anzi, non è escluso che la sentenza sulla casa, quella di via Corbara, abbia già alimentato il corposo fascicolo dell’inchiesta. In buona sostanza il giudice civile, pur riconoscendo che le risorse liquide erano in effetti giunte dall’uomo anche attraverso la vendita di un altro immobile, aveva lasciato l’abitazione alla moglie a cui era stata intestata dato che l’intestazione non era risultata fittizia. Fine del contezioso?

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No, perché più di recente la donna aveva promosso una causa di lavoro da 100 mila euro per reclamare mancati compensi in merito alla sua collaborazione nell’impresa di famiglia. Un bis che letto in chiave accusatoria, potrebbe avere stimolato una certa rabbia nell’ex marito. Ed eccoci arrivati alla ragione delle confidenze che l’uomo avrebbe fatto alla persona presentatasi in Commissariato. Va sottolineato che si tratta di una frase pronunciata in una situazione di forte emotività. E che comunque la soluzione del giallo, dovrà passare dalla lettura di altri elementi. A partire dalle tracce biologiche isolate nell’accertamento tecnico irripetibile eseguito dalla Scientifica in via Corbara tra giovedì e ieri: appartengono al sicario? E nel caso, sarà possibile sequenziarne il dna? Agli investigatori della squadra Mobile di Ravenna e dello Sco di Roma – coordinati dal Pm Angela Scorza – toccherà anche il compito di mettere assieme gli elementi contenuti nel materiale sequestrato al 53enne tra carte, computer e telefonini. E poi ci sono le immagini delle telecamere di sicurezza. A partire da un’ombra scura catturata da una telecamera privata vicino alla casa di Ilenia.