Omicidio di Faenza, Arianna: "Voglio parlare con il killer di mia madre"

La figlia di Ilenia Fabbri chiede un colloquio non solo con il padre, presunto mandante, ma anche con l’esecutore: dal giudice arriva un doppio diniego

Arianna davanti alla casa del delitto. Nei riquadri Claudio Nanni e Ilenia Fabbri

Arianna davanti alla casa del delitto. Nei riquadri Claudio Nanni e Ilenia Fabbri

Faenza (Ravenna), 17 marzo 2021 - Non uno ma due colloqui in carcere avrebbe voluto fare. Innanzitutto con il padre, come largamente annunciato, per capire dalle sue parole cosa sia successo. E, vera sorpresa, con il sicario reo confesso, perché "voglio parlare con l’assassino di mia madre".

Delitto di Ilenia Fabbri: interrogato il killer Barbieri

Alla fine la 21enne Arianna Nanni, figlia di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata nel suo appartamento di via Corbara a Faenza il 6 febbraio scorso, si è ritrovata con un doppio no. Il magistrato competente, ha cioè bocciato entrambe le richieste formali presentate dalla giovane attraverso il suo legale Veronica Valeriani. La ragione è presto deducibile: Arianna rappresenta una delle principali testimoni del caso con conseguenti pericoli di inquinamento probatorio. Anzi, il suo atteggiamento durante la telefonata successiva a quella al 112, ha involontariamente contribuito – perl’accusa - a incastrare il padre, il meccanico 54enne Claudio Nanni ex marito della defunta ora in carcere quale presunto mandante: la giovane, ignara di quanto stesse succedendo alla madre e in quel momento in auto con il padre, lo incalzava per accelerare per potere arrivare prima in via Corbara.

L’uomo invece aveva tenuto un’andatura davvero moderata (i 110 in autostrada) preoccupandosi del fatto che la fidanzata di Arianna, rimasta nell’abitazione, non uscisse dalla stanza (e invece Arianna voleva che scendesse a controllare armandosi di un attizzatoio). La 21enne durante il viaggio aveva inoltre più volte confermato di avere chiuso la porta a chiave (non a caso è emerso che Nanni ha dato le chiavi al sicario). Sempre la giovane, aveva poi ricordato in Commissariato di avere detto solo alla madre della presenza in casa della fidanzata.

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Nanni, sotto il peso incalzante degli elementi raccolti dalla polizia coordinata dal pm Angela Scorza, ha fin qui ammesso di avere dato incarico a uno sgherro prezzolato: ma solo per spaventare e basta la ex in cambio di 2.000 euro. E Arianna, perlomeno in pubblico, ha fin qui ritenuto di credergli: "Mi ha mandato una lettera - ha riferito a Mattino Cinque - dice che mi vuole tanto bene e basta. Io so che non la voleva ammazzare, lui me l’ha detto. Ha sbagliato a fare ‘sta puttanata di fargli paura. Ma il problema non è babbo: il problema è Pierluigi Barbieri. Ed eccoci arrivati alla seconda richiesta di colloquio in carcere: per il 53enne Barbieri appunto, cervese ma da tempo domiciliato nel Reggiano. Lui ha vuotato il sacco nell’interrogatorio di garanzia: per 20 mila euro più un’auto – ha detto in sintesi – il Nanni lo aveva mandato a uccidere la ex moglie per inscenare un furto finito male. Abbastanza inusuale che la parte offesa di un procedimento – Arianna appunto – chieda di potere incontrare l’esecutore materiale del delitto. E poi per fare cosa? Sperare in una ulteriore confessione che escluda il padre o provare quella improbabile vendetta a cui la giovane aveva accennato poco dopo i fatti? Domande che rimarranno senza riposta.

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