Omicidio Faenza, la figlia difende il padre: "Io gli credo"

"La tomba? È un’invenzione di Barbieri. E l’acido trovato serviva per l’officina"

Arianna, la figlia di Ilenia

Arianna, la figlia di Ilenia

Faenza, 25 marzo 2021 - «Invece di parlare di Claudio parlate di Barbieri Pierluigi che ha fatto quello che ha fatto». A Pomeriggio Cinque queste le parole di Arianna, figlia di Ilenia Fabbri. La giovane non crede infatti nella buca che avrebbe preparato Nanni per seppellire la donna: «So che l’hanno trovata ma non ci credo. È un’invenzione di Luigi». 

Secondo quanto confessato dal sicario Pierluigi Barbieri, nel piano ci sarebbero stati l’acido, previsto per cancellare i connotati della vittima, e un trolley dove farla sparire. Claudio Nanni, che stando a quando dichiarato dallo Zingaro sarebbe il mandante, avrebbe scavato con le sue mani la tomba per la ex moglie. «L’acido è per l’officina, è quello che si usa per l’officina» dichiara Arianna, e sulla zappa: «È quella che usava per spalare la neve, pensa un po’». Arianna difende dunque la versione del padre, pur mostrando tentennamenti: «Sì, ho letto che Pierluigi aveva già tentato due volte di uccidere mia madre, non lo so... non è andata così». Non ti vengono dei dubbi? «Un po’ sì, ma lo voglio guardare in faccia, ho cose da chiedergli». Lui mandava messaggi agli amici dicendo di essere in pena per te: «Per questo gli credo».

 

"Voglio liberarmi la coscienza…Il cerchio si doveva chiudere prima del processo del 26 febbraio. L’idea era quella di fingere un furto e ucciderla. Io dovevo simulare, aprire cassetti e buttare la roba in giro. Nanni mi disse solo che la moglie doveva morire e basta. Non mi spiegò come: così sono entrato in casa con un manico di un martello da muratore in teflon di colore giallo con impugnatura nera ". Ed è con quello che il 53enne Pierluigi Barbieri alias lo Zingaro - di origine cervese ma domiciliato nel Reggiano - la mattina del 6 febbraio scorso prova a soffocare la 46enne Ilenia Fabbri prima di decidere di tagliarle la gola con un coltello da cucina recuperato nello stesso appartamento della donna di via Corbara a Faenza.

A raccontarlo è lui stesso nell’interrogatorio del 17 marzo in questura davanti al pm Angela Scorza e alla presenza dell’avvocato difensore Diego Dell’Anna. Una confessione piena la sua con la quale ha arricchito quella già resa l’8 marzo davanti al gip Corrado Schiaretti tornando a indicare il meccanico 54enne Claudio Nanni, ex marito della defunta, quale mandante del delitto. E queste sono le sue esatte parole, a partire dalla descrizione del primo incontro con l’ex marito di Ilenia: " L’ho conosciuto tramite altre persone appassionate di scooter. Giravamo insieme e nel 2014 ho iniziato a frequentarlo. Ho anche lavorato con lui nella sua officina per un periodo, ho lavorato in nero ".

Parte l’idea di fare fuori la moglie e si arriva ai primi sopralluoghi: " Quando mi ha portato a vedere dall’esterno la casa, il progetto iniziale era quello di ucciderla, metterla dentro un trolley, pulire, portare il corpo di Ilenia dentro il trolley in un posto (…). Lui aveva scavato una buca (…) dove dovevo portarla, aveva scavato la buca per seppellirla: il trolley che dovevo utilizzare era nella sua officina ". Elementi, buca compresa, tutti già sequestrati dalla polizia (squadra Mobile, Sco e Commissariato) grazie alle indicazioni dello Zingaro: " Il trolley è grande, blu scuro o nero, dentro c’era anche la vanga nuova, era dentro il trolley. Io non dico bugie, sto dicendo la verità, voglio liberarmi la coscienza (…) trovate anche le bottiglie d'acido  (…)". Esattamente così: liquido corrosivo con il quale avrebbero dovuto sfigurare la donna: "Nanni in quel periodo aveva comprato dell’acido che io avrei dovuto buttare sul corpo di Ilenia, una volta buttata dento la buca, affinché non potesse essere riconosciuta in caso di rinvenimento. Il progetto era stato interamente organizzato da Nanni il quale mi disse che una volta seppellita la moglie dovevo allontanarmi con il trolley e le bottiglie di acido ".

Tutto pronto per il primo tentativo di fine settembre: "Sono andato a Faenza a casa per uccidere la moglie come mi aveva detto. Tuttavia quando mi diede le chiavi non mi aveva spiegato bene come era fatta la casa. Io sono entrato, con il trolley, sono andato in salotto e sulla destra ho visto una porta bianca, ho provato ad aprirla ma la porta era chiusa e allora me ne sono andato. In quel momento in casa c’era solo la moglie: Nanni mi disse che era da sola in quanto la figlia in quel periodo lavorava a Imola e usciva di casa molto presto, alle 5 del mattino. Visto che non ho capito la disposizione della casa, ero furibondo e sono andato via ".

Segue un momento di crisi: Barbieri rompe con l’amico: "Decido di tornare a casa mia, Nanni si accorge che non avevo ucciso la moglie e discutiamo sulla descrizione della casa. Ci vediamo dalle mie parti (…) e gli consegno sia il trolley sia le bottiglie di acido: sono acidi molto particolari molto forti. Gli dico che non ero riuscito a capire la disposizione della casa e ci siamo accordati che ci saremmo risentiti ". A metà ottobre nuovo tentativo: "La seconda volta che provammo a uccidere la moglie, lui doveva andare con la figlia a vedere una macchina (…) ma aspetto fino alle 5 e un quarto circa: non si vede e allora me ne vado perché non lo vedo arrivare. Io ero nervosissimo (…) e allora vedendo che lui non era stato puntuale, me ne sono andato e gliel’ho detto che deve esser puntuale: ero lì e la gente iniziava a vedermi, non sapevo cosa fare ". Nuova crisi tra i due amici che però anche questa volta rientra. E a dicembre riprende quota il progetto di uccidere la donna, ma fingendo un furto finito male. Emerge però un inconveniente: " Io posso solo ribadire che lui la moglie la voleva ammazzare: mi ha ripetuto tante volte che la moglie non doveva uscire di casa viva. Io gli ho detto che anche la figlia avrebbe visto il cadavere della madre al suo ritorno: ma lui mi disse che non importava, la moglie non doveva restare viva ".

A Nanni, secondo lo Zingaro, preme solo questo: " Il cerchio si doveva chiudere prima del processo del 26 febbraio che aveva con la moglie ". Ovvero la seconda udienza di una causa di lavoro da 500 mila euro che Ilenia aveva promosso per le collaborazioni nell’officina di famiglia e per la cessione di una gelateria. E il compenso? " Nanni non mi ha dato nessun anticipo: gli accordi erano di 20mila euro e una macchina". Ed eccoci arrivati al 6 febbraio a cavallo delle 6: " Quella mattina io aspettavo Nanni: attendevo vicino la casa che Nanni passasse vicino ai parcheggi. Io dovevo solo vedere che Nanni caricava la figlia ed a quel punto dovevo entrare ".

E così in effetti fa portandosi appresso un oggetto per soffocare la donna premendoglielo contro il collo: " Il manico poi l’ho gettato nel tragitto tra Faenza e Imola. Ripeto che sono entrato in casa, con le chiavi che mi diede Nanni, sia le chiavi del cancello che di ingresso di casa. Sono entrato dal garage, sono andato in camera da letto diretto e Ilenia era sveglia nel suo letto, lei è scappata via ha iniziato ad urlare ". Ecco gli ultimi istanti di vita della 46enne visti con gli occhi del sicario: " Utilizzando un coltello l’ho uccisa. Ho lasciato il coltello all’interno del lavello (…). Sono scappato di fretta e non ho avuto il tempo di simulare il furto perché nel frattempo sentivo dei rumori che mi avevano allarmato ".