Omicidio di Faenza: chi ha ucciso Ilenia Fabbri? Le piste

I familiari, il nuovo compagno, l'amica della figlia, la quinta persona, l'ipotesi ladro e quella del killer, la denuncia per maltrattamenti archiviata: tutto ciò che sappiamo finora, le ultime notizie

Omicidio di Faenza, gli orari ai raggi X

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Faenza (Ravenna), 9 febbraio 2021 – Chi ha ucciso Ilenia Fabbri? Ogni ora che passa l'omicidio di Faenza assume sempre più i contorni del giallo. Gli investigatori indagano a 360 gradi vagliando le testimonianze dei congiunti della vittima e analizzando impronte e tracce biologiche trovate sul luogo del delitto.

Indagini La chiave del giallo in un pugno di minuti - Ilenia forse uccisa su commissione

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Cosa è successo in via Corbara

Un delitto cruento. All'alba di sabato 6 febbraio Ilenia Fabbri, 46 anni, viene trovata morta in un vano cucina del suo appartamento di via Corbara, alle porte del centro di Faenza. Già vestita, nonostante l'orario. Sgozzata. Poco prima probabilmente c'è stata una violenta colluttazione al termine della quale l'assassino è riuscito a bloccare la vittima da tergo. In quel momento in casa c'è anche l'amica della figlia della vittima, Arianna, che, spaventata dalle grida, si barrica in camera e chiama la ragazza, Arianna pure lei. Quest'ultima intorno tra le 5.57 e le 5.59 parte con il padre Claudio, ex marito di Ilenia, per Milano, dove devono ritirare una vettura: alle 6.06 sono già in autostrada. La polizia, avvisata in quello stesso minuto, arriva poco dopo, trovando la porta del garage aperta. Di lì a poco gli agenti si imbattono nel cadavere in una pozza di sangue. L'autopsia certificherà il profondo taglio sul collo: tecnicamente si è trattato di uno scannamento con recisione di vene e arteria.

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Le persone sentite dagli investigatori

Successivamente tornano in città l'ex marito e la figlia, e nelle ore seguenti viene rintracciato anche l'attuale compagno, Stefano. Tutti loro e l'amica della ragazza vengono ascoltati dagli investigatori come persone informate dei fatti sia sabato, fino alle 2 di notte, sia domenica, ma non emergono elementi decisivi. Fin da subito gli inquirenti escludono che qualcuno di loro possa essere l'autore materiale del delitto.

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Le piste e la quinta persona

Anche per questo si apre la caccia a una quinta persona. Qualcuno che sia entrato nell'abitazione di via Corbara e abbia ucciso la donna in una manciata di minuti, 15 circa. Ma chi? E perché? Domande ancora senza risposta. Padre e figlia partono alla volta di Milano alle tra le 5.57 e le 5.59, la donna muore a cavallo delle 6, la polizia giunge sul posto poco dopo e non trova segni di effrazione. Nessun disordine particolare e, stando a una prima analisi, in casa non manca nulla.

La pista del ladro occasionale, già poco accreditata nelle prime fasi dell'inchiesta, perde ulteriormente quota dopo gli ultimi accertamenti della polizia scientifica. Il pm titolare del fascicolo, Angelo Scorza, chiede che la relazione finale sull'autopsia contenga anche riferimenti all'eventuale presenza di altri segni di aggressione oltre al taglio sul collo e un'analisi di compatibilità tra questa ferita e il coltello del pane, ripulito in un lavello, sequestrato dagli inquirenti sulla scena del crimine. La Scientifica torna nella palazzina dopo i primi sopralluoghi con l'obiettivo di isolare eventuali tracce biologiche riconducibili a una quinta persona, estranea alla cerchia familiare.

Gli inquirenti, anche attraverso le testimonianze di amiche e vicini, puntano a scandagliare la natura delle relazioni tra la vittima e le persone che frequentava, a partire dall'ex marito. La quarantaseienne, che era impiegata in una concessionaria di Imola, nel 2018 si era separata dall’uomo, titolare di una officina di Faenza nella quale la donna aveva lavorato come segretaria: una separazione tumultuosa segnata da un contenzioso patrimoniale concentratosi sull’abitazione di via Corbara. Dalle verifiche è emerso che lei nel 2017 aveva denunciato l’allora compagno per maltrattamenti: la donna aveva riferito a suo tempo di maltrattamenti di natura psicologica che sarebbero consistiti perlopiù in una difficoltà di accesso alle risorse pecuniarie. In quel contesto, lei aveva pure riferito di una presunta aggressione con mani al collo e minacce pesanti. L’intero fascicolo era stato archiviato: sotto il profilo penale, l’accusa era stata ritenuta non sussistente. Emerge inoltre che la donna aveva fatto causa al marito, dal quale si era separata nel 2018, per lamentare mancati compensi per alcune decine di migliaia di euro relativi al suo impiego nell'attività di famiglia.

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Tra le varie ipotesi al vaglio per spiegare il delitto, c'è quella di un omicidio su commissione. Ovvero l'assassino avrebbe agito su mandato di un'altra persona entrando forse con una copia delle chiavi per poi mettersi alla ricerca della donna. L'assenza di impronte potebbe essere la dimostrazione della premeditata oculatezza del killer.