Omicidio di Faenza, Nanni rinuncia all’eredità a favore della figlia

L'uomo, 53 anni e accusato di essere il mandante dell’omicidio di Ilenia Fabbri, evita così una causa civile per indegnità

Ilenia Fabbri e Claudio Nanni durante una vacanza

Ilenia Fabbri e Claudio Nanni durante una vacanza

Faenza (Ravenna), 7 maggio 2021 - Dice no all’eredità della moglie di cui, secondo i Pm, ha ordinato l’uccisione. Dal carcere di Ravenna Claudio Nanni fa sapere di non avere intenzione di accettare quanto, da normativa successoria, gli spetterebbe a seguito della morte della consorte, la 46enne Ilenia Fabbri, strozzata a mani nude esattamente tre mesi fa – era il 6 febbraio – da un sicario, reo confesso, partito appositamente da Reggio Emilia e che lo stesso 53enne meccanico faentino avrebbe assoldato.

Ilenia Fabbri è stata uccisa il 6 febbraio 2021
Ilenia Fabbri è stata uccisa il 6 febbraio 2021

È un gioco di strategie, come in una partita di scacchi. Il legale di Nanni, avvocato Francesco Furnari, assicura che non si tratta di tattica processuale. Chi invece tutela la figlia Arianna, l’avvocato Veronica Valeriani, fa capire che il no dell’indagato gli risolve un po’ di problemi: anzitutto evita al presunto mandante una causa per farlo dichiarare indegno. L’indegnità, in termini civilistici, è una causa di rimozione dall’eredità che si fonda su un giudizio di riprovazione morale in ordine alla condotta tenuta verso il defunto.

Nei giorni scorsi l’avvocato della figlia ha depositato in tribunale la cosiddetta Actio interrogatoria, la domanda di fissazione di un termine entro il quale il marito potrà dire se intende accettare o meno l’eredità della moglie, da cui non era divorziato quindi ne è formalmente erede assieme alla figlia. Il giudice delle successioni, Barbara Tassinari, ha fissato l’udienza per il prossimo 28 giugno.

L’istanza è stata notificata in carcere anche allo stesso Claudio Nanni. E non appena lo a ricevuto ha manifestato la volontà di rinunciare all’eredità, in modo tale che questa possa andare integralmente alla figlia Arianna. Attraverso l’avvocato Furnari l’indagato ha individuato un notaio, che si recherà in carcere e alla cui presenza il difensore potrà ricevere procura speciale attraverso la quale formalizzare davanti al giudice questa rinuncia.

"Non si tratta di una strategia processuale – precisa Furnari – bensì di una espressa volontà di Nanni a favore della figlia". In questa fase non sono ancora stati esplicitati i cespiti, tra i quali c’è certamente l’abitazione di via Corbara, teatro dell’omicidio, conti correnti e in ipotesi anche la reversibilità della pensione. In astratto ci sono dieci anni di tempo, dalla data di decesso, per accettare o meno una eredità. Questa operazione, avviata dal legale della figlia, di fatto accelera la pratica successoria e la rinuncia servirà a evitare una causa civilistica.

Intanto Nanni continua ad attendere la conclusione delle indagini, ormai data per imminente, che verosimilmente si sostanzierà con una richiesta di giudizio immediato. E il processo che ne seguirà, in applicazione del Codice rosso che ha modificato le procedure sulla violenza contro le donne, si terrà in corte d’assise

Oltre a Nanni, che per l’accusa avrebbe ordito il diabolico piano, più volte studiato e altrettante modificato, è indagato il 52enne Pierluigi Barbieri, nativo di Cervia e residente a Reggio Emilia, da tutti conosciuto come ’lo zingaro’. L’ex marito di Ilenia Fabbri lo avrebbe incaricato solo "per fare paura" alla moglie, che continuava a chiedere soldi, ma ha negato che dovesse ucciderla.

Il sicario ha però sempre fornito tutt’altra versione, ossia che gli erano stati promessi 20mila euro e un’auto – Nanni era titolare di un concessionario – per chiuderle la bocca definitivamente. A rovinare il piano messo in piedi dai due uomini, cioè simulare un furto finito male, era stata la presenza in casa al momento del delitto di una testimone, la fidanzata della figlia Arianna, e l’approssimazione del killer, che ha dato tempo alla vittima di reagire e, urlando, allertare i vicini. A quel punto lo zingaro aveva concluso la sua opera sbrigativamente, con un coltello da cucina.

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