Omicidio Ravenna piadineria. "Mi sono solo difesa dalle sue botte"

La versione di Maila Conti davanti al gip, ma per l’accusa è una donna pericolosa: chiesto il carcere

Maila Conti  e Leonardo Politi

Maila Conti e Leonardo Politi

Ravenna, 15 agosto 2019 - «Legittima difesa», sostiene lei. Perché, a suo dire, ha mostrato quel coltello da cucina solo per impedire all’uomo di farsi avanti e di continuare a malmenarla. Lui però le è andato incontro lo stesso, rimediando quel fendente rivelatosi fatale (FOTO). Una versione che la 51enne piacentina Maila Conti ha offerto ieri pomeriggio al gip Andrea Galanti per spiegare la coltellata all’addome che nella notte tra lunedì e martedì sull’uscio del loro chiosco di piadine di viale Caravaggio a Lido Adriano, è costato la vita al compagno e socio Leonardo Politi, 61 anni e come lei residente a Travo (Piacenza). Un racconto drammatico a tratti interrotto dal pianto e andato avanti per oltre un’ora – ha sintetizzato l’avvocato difensore, Wally Salvagnini – nel corso del quale la 51enne ha ricostruito la relazione con il 61enne.

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La donna ha parlato di un rapporto burrascoso e difficile, segnato da continue liti, da riconciliazioni e dalla speranza di un domani migliore. A suo dire, la problematica maggiore derivava dall’abuso di alcol di lui: tanto che lei avrebbe più volte cercato di farlo disintossicare perché lui quando alzava il gomito – ha sostenuto –, arrivava malmenarla tanto da averle procurato una frattura. E l’arrivo a Lido Adriano a inizio estate, era stato deciso anche per migliorare sotto questo aspetto. Si arriva così a lunedì sera quando lui – secondo la donna –, dopo avere bevuto, le aveva detto che non avrebbe lavorato al chiosco e che sarebbe subito andato a cenare al vicino ristorante ‘Il Calandrino’. Lei aveva allora deciso di chiudere e di raggiungerlo. Qui la discussione era proseguita: lui le aveva lanciato il vino e lei, in lacrime, era tornata al chiosco a lavorare.

L’uomo – sempre secondo la 51enne – l’aveva infine raggiunta: nuova discussione, lui le aveva lanciato addosso le cozze che aveva in mano poi l’avrebbe colpita a nuca e zigomo. L’epilogo quando lei aveva afferrato un coltello dicendogli: «Basta, allontanati». Per il suo avvocato insomma, si è dovuta legittimamente difendere all’interno di una relazione tumultuosa: come dire che non possa essere contestato l’omicidio volontario; e in ogni caso per il legale, che ha chiesto i domiciliari, si potrebbe parlare di omicidio preterintenzionale.

La Procura ha invece chiesto la custodia cautelare in carcere per possibile reiterazione del reato riconducendo alla donna un profilo di persona pericolosa: «Era sottoposta a misura cautelare per stalking nei confronti della moglie del Politi – ha ricordato il procuratore capo Alessandro Mancini incontrando i giornalisti –. Inoltre giusto pochi mesi fa, i carabinieri della località di residenza avevano proposto per lei l’avviso orale a cambiare condotta di vita». Sui motivi che hanno spinto la donna a menare il fendente, il procuratore ha precisato che «per ora esistono solo ipotesi nel contesto di un rapporto connotato da alta litigiosità». La decisione del gip è attesa per le prossime ore.