Omicidio Minguzzi: via al processo, chi sono i tre accusati

Due ex carabinieri e l'idraulico di Alfonsine alla sbarra. La vittima, 21 anni, era militare di leva: venne rapito e ucciso nel 1987

Pier Paolo Minguzzi

Pier Paolo Minguzzi

Ravenna, 17 maggio 2021 - Pier Paolo Minguzzi, 21 anni di Alfonsine, in provincia di Ravenna, venne rapito il 21 aprile 1987 e ucciso poco dopo. Era uno studente universitario e carabiniere di leva alla caserma di Mesola, nel Ferrarese e stava rincasando. Oggi è iniziato il processo davanti alla Corte d'Assise di Ravenna il processo per il suo omicidio

MONGUZZIGC_10464445_175433
MONGUZZIGC_10464445_175433

Secondo l'accusa, dietro all’omicidio ci sarebbero due ex carabinieri all’epoca in servizio alla caserma di Alfonsine, Orazio Tasca (originario di Gela in provincia di Caltanissetta ma residente a Pavia) e Angelo Del Dotto (di Ascoli Piceno) oltre all’idraulico del paese, Alfredo Tarroni: i tre devono rispondere in concorso di omicidio pluriaggravato, di sequestro di persona a scopo di estorsione (fu chiesto un riscatto di 300 milioni di lire) e di occultamento di cadavere (il corpo fu gettato nel Po di Volano zavorrato da una grata da dove riemerse una decina di giorni dopo).

Tre le parti civili per le quali la Corte, presieduta dal giudice Michele Leoni (a latere la collega togata Federica Lipovshek) ha ammesso la costituzione: i familiari del defunto (madre, sorella e fratello), il ministero della Difesa e il nuovo sindacato carabinieri (Nsc) con l'avvocato Maria Grazia Russo. Due i Pm in aula: Marilù Gattelli e Lucrezia Ciriello. Tra le altre cose i giudici hanno ammesso le liste testi e il deposito di vari atti tra cui una consulenza fonica della Procura che indicherebbe in Tasca il telefonista per la richiesta del riscatto.

Le indagini di squadra Mobile di Ravenna e Sco di Roma, passate anche attraverso la riesumazione del cadavere del ragazzo, erano state riaperte sul finire del 2017 sulla base di una nuova lettura di elementi già incamerati e di diverse nuove testimonianze anche in relazione a un analogo grave accadimento verificatosi circa tre mesi dopo sempre ad Alfonsine e che vide coinvolti i tre uomini ora imputati.

Si tratta di una tentata estorsione ai danni di un imprenditore del posto, come la famiglia Minguzzi attivo nel settore ortofrutta, che ebbe come epilogo l'omicidio durante un appostamento di un giovane carabiniere di origine casertana, il 23enne Sebastiano Verano, anche lui in servizio in zona: fatto per il quale i tre erano stati tutti condannati con pene già espiate. L'indagine della polizia ha messo in luce diversi elementi comuni tra i due fatti.