Ospedale Ravenna, a Medicina interna arrivano i rinforzi. "Ci sentiamo parte di un’équipe"

Quattro specializzandi da tutta Italia accolti nel reparto dell’ospedale per un percorso formativo, grazie alla collaborazione con l’università. "Partire con la pandemia non è stato facile"

Ospedale Ravenna, rinforzi a medicina interna

Ospedale Ravenna, rinforzi a medicina interna

Ravenna, 18 maggio 2022 - Sono quattro, arrivano da tutta Italia e rimarranno nell’Ospedale di Ravenna per cinque anni. Gli specializzandi provenienti dalla scuola di specializzazione di Bologna, diretta dal professore Fabio Piscaglia, sono arrivati sei mesi fa. Per la prima volta sono stati accolti all’interno di Medicina Interna 1 del Santa Maria delle Croci di Ravenna, diretta dal professore Marco Domenicali, e qui saranno accompagnati per tutto il percorso di formazione. Un cambiamento significativo possibile grazie alla stretta collaborazione tra Asl, Fondazione Flaminia e la facoltà di Medicina e chirurgia nata a Ravenna e coordinata dalla docente Mirella Falconi Mazzotti. L’idea di coinvolgere gli ospedali del territorio è nata con l’aumento delle borse al concorso nazionale, e dal timore che a questo potesse fare seguito un calo nella preparazione dei giovani medici.

Gli specializzandi ravennati sono Enrico Fulco, 25 anni, proveniente dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Fabrizio Gravina, anche lui venticinquenne, dell’Università di Bologna, Vittoria Benintende, 26 anni, dell’ Università degli Studi di Catania e Domenico Fuda, 27 anni dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Specializzandi del primo anno, a Ravenna stanno avendo la possibilità di vivere in prima linea il reparto.

"Quando siamo arrivati – spiega Vittoria Benintende – come sempre succede di fronte a una nuova esperienza, eravamo un po’ spaesati. Ma abbiamo trovato ad accoglierci un team di specialisti incredibile, su più versanti. Ad esempio la dottoressa Tiziana Monti, con un’esperienza notevolissima in reparto, e il dottor Francesco Palmese, nostro tutor, che porta avanti invece un lavoro diverso sulla ricerca. Ci siamo sentiti subito parte di un’equipe, mentre di solito gli specializzandi sono figure molto secondarie all’interno del reparto. Ci hanno assistito dall’inizio nelle difficoltà che potevamo incontrare nell’attività quotidinana, nella parte clinica, nei dubbi che possono sorgere". Partire con l’emergenza pandemica in corso non è stato facile, allo stesso tempo anche la convivenza col Covid si è trasformata in un’esperienza di crescita umana e professionale. "Ci ha fatto capire – prosegue Vittoria Benintende – che le difficoltà non riguardano solo chi è all’inizio di questa professione. A volte può accadere anche a medici con anni di esperienza che ci hanno insegnato quanto sia importante riuscire ad adattarsi, non avere paura di mettersi in gioco e fare del proprio meglio".

Anche Fabrizio Gravina ricorda quanto abbia inciso la pandemia sull’organizzazione del lavoro. "Le difficoltà non sono state poche – assicura – ma è stata un’esperienza importante, abbiamo vissuto un momento storico eccezionale che difficilmente si ripeterà, almeno a breve ci auguriamo. Ma lo abbiamo vissuto come team, all’interno del reparto, ci ha messo alla prova anche nella capacità di lavorare insieme". Per Domenico Fuda è fondamentale anche la possibilità di potersi confrontare, ogni giorno in reparto, con medici dalle diverse specialità. "Gli ‘strutturati’ – spi ega – hanno ognuno le proprie peculiarità e vengono coinvolti, interpellati per pareri, e questo ci aiuta a capire quali potrebbero essere le nostre attitudini future, quale potrebbe essere la nostra strada". La Medicina Interna 1 è composta infatti da un team multidisciplinare di specialisti, accanto agli internisti ci sono anche reumatologi, endocrinologi e geriatri che si dividono tra attività di reparto e ambulatori. E poi c’è Enrico Fulco che ricorda quanto continui a essere importante l’attività di ricerca durante la specializzazione: "Si può pensare che venga trascurata, ma non è così, al contrario siamo stati coinvolti in vari lavori e siamo stati scelti in diversi convegni".

Con l’aiuto dei tutor, Francesco Palmese e Rossella del Toro, e il supporto degli strutturati, gli specializzandi hanno prodotto dei lavori scientifici che sono stati selezionati per il Congresso nazionale di Medicina interna FADOI a Roma e per il Congresso di Medicina interna europeo che quest’anno si terrà a Malaga.