MARCO BENEVENTI
Cronaca

Palazzi da recuperare. Quanti edifici in cerca d’autore. Ma mancano i progetti

Da palazzo Vitelloni in via Guerrini a Casa Ghigi, in via Gardini. Sono tanti gli immobili che potrebbero tornare a nuova vita.

Palazzi da recuperare. Quanti edifici  in cerca d’autore. Ma mancano i progetti

Da palazzo Vitelloni in via Guerrini a Casa Ghigi, in via Gardini. Sono tanti gli immobili che potrebbero tornare a nuova vita.

Potrebbero essere scrigno di nuove opportunità per la città invece, purtroppo, lo stato di immobilità in cui si trovano alcuni palazzi del centro compromette ulteriormente il futuro recupero di queste storiche testimonianze. Per citarne alcuni, partiamo dall’angolo di via Guerrini e Guidone con piazza dei Caduti per la libertà dove vediamo la Casa Littoria. Costruita nel 1938 da Emanuele Mongiovi a caratterizzare il nuovo foro della Ravenna fascista, è stata privata della alta torre in travertino durante la seconda guerra mondiale. Il vasto edificio, dopo l’uso originario, nel dopoguerra è diventato sede di uffici pubblici fino al 2017, anno in cui è stato svuotato da catasto e conservatoria per lavori di messa in sicurezza mai terminati.

Poco lontano, sempre in via Guerrini, appare l’imponente palazzo Vitelloni, su cinque livelli, la cui finestra del piano nobile era in origine il portone d’entrata. Costruito nel tardo 1600 fu sede della Banca Nazionale, poi Banca d’Italia, dal 1868 al 2010, anno in cui le sedi romagnole sono state accentrate a Forlì. Restano così celate da allora ampie sale con soffitto a ombrello decori e stucchi in stile rococò, oltre a opere di Antonio Martinetti, Carlo Zauli, Angelo Bianini e Giulio Ruffini il quale ha realizzato anche il grande graffito nell’ala della banca aperta nel 1964. Nel 2022 il complesso è stato venduto all’asta e sarebbe dovuto diventare la sede dell’agenzia delle Dogane ma, per il momento, non si è notato nessun cambiamento. A pochi metri sembra dimenticata anche Casa Ghigi, su via Gardini. Ornata da un ormai degradato portico rinascimentale, dal 1750 al 1852 era la Locanda della Spada d’oro, celebre struttura ricettiva dell’epoca in cui spesso soggiornavano personaggi illustri. In seguito, con la copertura del cortile, divenne prima l’esattoria poi anagrafe comunale fino al 2007 quando, con il trasferimento degli uffici, è stata ridotta a deposito senza più alcuna cura per l’immobile (per questo motivo qualche giorno fa è stata presentata in Comune una petizione).

In via Cattaneo sono fermi da anni i lavori di ristrutturazione del palazzo Facchinetti, costruito nel 1860 da Romolo Conti. L’interno è decorato nell’atrio e nello scalone da colonne di gesso, nelle sale presenta soffitti a crociera e, all’esterno, vi è un balcone in marmo sopra il portale ad arco. Cattive notizie anche in via Diaz al palazzo del Monte di Pietà. Costruito nel 1492, all’interno vi sono soffitti con legno decorato e un affresco di Nicolò Rondinelli. Dopo svariati usi è inutilizzato dal 2007 a seguito della chiusura di un ufficio bancario e i lavori di recupero dell’immobile iniziati nel 2023, al momento sono bloccati.

Passiamo poi all’ex caserma Alighieri all’angolo tra via Bixio e via Guidarelli. Il grande palazzo venne costruito come Collegio dei Nobili nel 1701 e rimase sede scolastica fino al 1798. Diventerà poi la succursale del seminario è infine caserma dal 1870 fino al 2011, momento in cui, dopo l’ultimo alzabandiera, nell’edificio è calato il silenzio. L’entusiasmo iniziale della chiusura all’Arma si è però trasformato in una nuova problematica cittadina. Negli ultimi anni si sta lavorando nella corte circostante per realizzare un grande parco pubblico, anche se un ritrovamento inatteso (una cisterna contenente olio non presente nelle mappe) ha allungato di molto i tempi: il cantiere è in grande ritardo. Per l’edificio storico, per il quale era stato ipotizzato un recupero come prestigioso hotel, un riutilizzo sembra ancora lontano. Situazione simile anche per Casa Monaldini, edificio originario del 13° secolo poi ristrutturato nel 1783. Sede Enel dal 1920 (la società si è trasferita nel 2006) anche qui in passato erano circolate voci che la volevano trasformata in struttura ricettiva: l’operazione non è andata in porto.