Palio, la proposta di Marchesi: "Si può rendere più veloce"

Il telecronista lancia alcune idee: "Troppa un’ora e mezza fra l’arrivo del corteo e l’inizio della gara. Il Niballo è molto spettacolare, bisogna provare a coinvolgere anche il pubblico da fuori città"

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Solo il Saraceno ha vissuto più volte il Palio. Maurizio Marchesi è la storica voce del Niballo televisivo affiancato quest’anno, per la prima volta, da Vania Leone e Maeve Billi. "Ma anche da otto telecamere, un drone, tre o quattro replay, che si sono aggiunti alle voci nuove in cabina di commento. Serviva una ventata di novità".

Eppure l’ingranaggio del Palio cigola un po’, non è vero?

"Oggi scontiamo una sospensione di un’ora e mezza fra l’arrivo del corteo allo stadio e l’inizio della giostra: come una partita di calcio. Durante i quali avvengono le premiazioni della dama, dell’araldo e del miglior figurante, gli spettacoli della bandiere, la lettura del bando e la scelta delle lance. Personalmente farei entrare il corteo alle 19, in modo che il Palio possa cominciare entro le 19.30, dopo la scelta delle lance. Partire dalla piazza alle 17.30 sarebbe più che gradito da parte di molti rionali, credo. Se il Palio finisse entro le 21, la premiazione sotto il Duomo potrebbe avvenire verso le 23. La miglior dama e i migliori figuranti potrebbero essere premiati allora, o perché no il lunedì sera nel Palazzo del Podestà. Orari spostati verso le ore notturne, ma a fronte di uno spettacolo di due ore".

Sui tempi del Palio vero e proprio si aprirà una riflessione? "Se il Palio si tenesse in un orario climaticamente più clemente i cavalli si stancherebbero meno. A quel punto potremmo immaginare di sottrarre una ventina di secondi fra una tornata e la successiva. Vorrebbe dire avere davanti uno spettacolo di un’ora e 10, adrenalinico per tutto il suo svolgersi. Fra gli altri accorgimenti inserirei un maxischermo che possa trasmettere alcuni replay. Attrarrebbe pubblico anche da fuori città: il salto che il Niballo non ha mai avuto la forza o il coraggio di fare".

Non le sfuggirà che nessun palio, fatta eccezione per quello di Siena, ha mai trovato seguito oltre i confini comunali.

"Le giostre di Ascoli e Sulmona, e in parte anche quella di Foligno, stanno cominciando a interessare un pubblico più vasto, benché in effetti fatichino a uscire dal mondo degli appassionati. Faenza credo abbia il dovere di provarci: il nostro Palio fra l’altro è più spettacolare".

Come è stata incassato il ‘colpo’ del primo forestiero vincitore?

"Voglio evidenziare due elementi: in primis lo status di Luca Innocenzi quale dominatore delle giostre in tutta Italia: la sua vittoria ha dato lustro al Palio, per come la vedo io. Un Niballo non si vince da soli, guardiamo i nomi delle persone di cui si è circondato: Fabio Massimo e Willer Giacomoni, della scuderia del Borgo, e Alfiero Capiani, dei giganti del Niballo. Insomma, c’è molta Faenza nella sua vittoria. Detto questo, sono il primo a rimarcare l’importanza di far crescere cavalieri faentini. Ma è un fatto che Innocenzi abbia portato grande curiosità".

Nei prossimi mesi o anni si continuerà a parlare del Paliodromo e di modifiche al Palio. Una giostra lontana dal centro, con una sfilata più problematica vedrà un muro?

"Sono temi da valutare con attenzione, in particolare quello lasfilata, che se si tenesse in periferia perderebbe molto del suo fascino. Per non parlare del fatto che il Comune non avrebbe le forze per gestire un Paliodromo: andrebbe individuata una realtà esterna. Partiamo dalla realtà attuale: oggi il Palio si corre su un campo da calcio. La pista di sinistra non a caso ha dato problemi a tutti. Il tema va risolto. In un Paliodromo l’equilibrio sarebbe garantito".

Filippo Donati