"Palio, si possono ottimizzare i tempi"

Giordano Sangiorgi fu segretario del Niballo fra 1987 e 1991, quando la corsa faentina fu trasmessa dalla Rai

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Idee per il Niballo che verrà. Finito il Palio si è aperto il dibattito sul futuro. Giordano Sangiorgi portò la competizione equestre faentina sulla Rai e la scenografia al campo di gara. Perché Sangiorgi oggi è molto noto e aprrezzato nel settore musicale e culturale come organizzatore e ideatore del Mei, solo per citare la sua ’creatura’ principale. Non tutti sanno però che Giordano Sangiorgi dal 1987 al 1991 è stato Segretario del Palio del Niballo. A quell’epoca, dipendente del Comune di Faenza, fu incaricato di svolgere quel delicato ruolo che condusse con maestria e dedizione. In quel periodo, la Fisb Federazione Italiana Sbandieratori aveva come sede Faenza, e Giordano Sangiorgi fu il principale organizzatore dei campionati Italiani del 1988 e 1989 di Riolo Terme e Faenza, 1990 a Rimini e 1991 a Marina di Ravenna. Poi dall’anno seguente, Sangiorgi lasciò definitivamente l’ambiente del Niballo e delle Bandiere per dedicarsi completamente alla musica. Con Giordano Sangiorgi, in quegli anni, il Palio del Niballo approdò però addirittura in Rai e per diversi anni andò in onda una sintesi di un’ora il lunedì dopo la contesa, dalle 14 alle 15, che arrivò a raccogliere un milione e mezzo di spettatori di audience.

In quel periodo, va ricordato, il Niballo era in auge, ed era dietro, come popolarità, solo al mitico Palio di Siena.

Sangiorgi, cosa ricorda di quell’esperienza televisiva?

"Fu un momento di rilancio del Palio, organizzammo anche due Palii straordinari, uno legato ai 900 anni dell’Università di Bologna, l’altro ai mondiali di calcio, e fu un grande successo, tutto esaurito a tutte le iniziative. Visti gli ottimi risultati, organizzammo anche per due anni una gara estiva la Gualdana D’estate su idea di Primo Solaroli. Il tutto ci porto ad un rapporto con la Rai e dopo vari approcci e incontri emergeva un dato eclatante, la nostra corsa era di fortissimo impatto televisivo".

A cosa era dovuto?

"Abbiamo una caratteristica unica delle Giostre Italiane, lo scontro diretto, che crea tanta tensione, spettacolo e un grande pathos. La Rai ci disse che non era possibile la diretta in quanto serviva accelerare le sfide di almeno un terzo, visti i tanti tempi morti e quindi si decise per una sintesi; altro elemento essenziale fu avere una scenografia al campo di gara, che facemmo realizzare ad alcuni artigiani faentini sotto la direzione della Comunicazione grafiche di Fabrizio Scheda, che abbelli notevolmente lo sfondo del campo di gara. E credo che tale cosa si potrebbe fare anche oggi magari facendola disegnare dagli studenti della scuola di Disegno o dall’Istituto d’Arte o dell’Isia. A qull’epoca la Rai risultò molto interessata e i numeri le diedero ragione".

Ma non c’era solo la tv.

"Un altro aspetto era il cartellone delle settimane del Palio: ogni rione organizzava la sua, ma in città si dava spazio anche ad altri eventi di eccellenza. Per esempioorganizzammo il Folk Festival a cui intervennero addirittura i Chieftains ed ebbero grande risonanza. Perché non riproporli?".

Altre novità che si potrebbero introdurre

"In quel periodo pre internet e pre social i tempi erano un po’ più dilatati, ad ogni modo la nostra sfilata del Palio, o i 20 gruppi che partecipano a un campionato italiano sbandieratori, sono avvenimenti di una bellezza unica. È evidente però che i tempi odierni si scontrano un po’ con la lunghezza, è quindi necessario a mio avviso intervenire razionalizzandoli e ottimizzandoli ulteriormente. Anche i costumi magari andrebbero pensati in chiave estiva".

Infine è giusto ricordare che in quegli anni Sangiorgi ideò pure Faenza Rock e Rock Verde.

Gabriele Garavini