
Il candidato sindaco di FdI, FI e Viva Ravenna: "L’amministrazione non ascolta i cittadini. Occorre ripensare i consigli territoriali e va garantita una risposta concreta alle petizioni".
"Un’amministrazione che non ascolta i cittadini è un’amministrazione che tradisce i principi fondamentali della democrazia". Con queste parole Nicola Grandi, candidato sindaco di Ravenna della coalizione del centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna, denuncia la "sordità istituzionale" dell’attuale giunta, colpevole a suo giudizio di non dare voce alle esigenze della comunità e di ostacolare una reale partecipazione alla gestione della cosa pubblica. "La nostra città dispone di precisi e dettagliati strumenti, ben esplicitati nello statuto del Comune, pensati per coinvolgere i cittadini nelle decisioni, come i consigli territoriali, il referendum, le consultazioni popolari e le petizioni, ma nella pratica questi strumenti sono sistematicamente ignorati o snobbati, e si rivelano di fatto inefficaci e privi di valore".
Grandi cita poi quello che lui gidica un caso emblematico: i pini di viale Romagna a Lido di Savio per i quali è previsto l’abbattimento, già al centro di polemiche in seguito alla petizione lanciata dal gruppo ‘Salviamo i pini a Lido di Savio e Ravenna’, depositata in comune sabato 31 agosto e discussa in sala consiliare lunedì 28 ottobre. "La giunta è risultata sorda alle richieste e cieca di fronte a tutta la documentazione portata dai cittadini – dichiara Grandi –: si è limitata a inviare una breve dichiarazione formale alla prima firmataria, mostrando di non accogliere minimamente le istanze presentate. Successivamente non ha dato più alcun riscontro ai cittadini, che hanno recentemente scoperto solo a mezzo stampa che alcuni alberi potrebbero essere presto abbattuti".
La proposta del candidato sindaco del centrodestra è chiara: "Ripensare i consigli territoriali per renderli realmente rappresentativi, riformare referendum e consultazioni popolari affinché diventino strumenti attuabili e garantire trasparenza e risposte concrete alle petizioni. Solo così Ravenna potrà diventare una città in cui i cittadini non siano spettatori, ma protagonisti delle scelte che riguardano il loro futuro".