Partito un tir di aiuti per l’Ucraina "Grande risposta dal territorio"

Il sacerdote Vasyl Romaniuk ha organizzato l’invio dei beni, stoccati al centro fieristico di Faenza: "Il Paese è senza elettricità e al freddo, ne va della sopravvivenza di milioni di persone"

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Porte, finestre, un gruppo elettrogeno, vestiti e cibo. In totale sono circa 15 le tonnellate di aiuti umanitari partiti nella giornata di ieri da Faenza alla volta dell’Ucraina in guerra e in particolare di Mykolaïv, una delle regioni più colpite dagli attacchi russi. Motore della spedizione, con l’inverno che imperversa su 30milioni di ucraini, è padre Vasyl Romaniuk, sacerdote della comunità ucraina dell’esarcato greco-cattolico di Faenza, Imola, Forlì e Cesena che in appena cinque giorni, grazie alla grande risposta dei territori e di tante realtà che si sono attivate, ha organizzato la raccolta di materiale da inviare nel Paese per l’inverno. "A Faenza – racconta padre Vasyl – c’è una piccola comunità ma sin dall’inizio della guerra è sempre stata molto attiva. I fedeli che frequentano la chiesa sono una trentina ma d’estate, con i rientri in patria, diminuiscono molto. Sono però la forza della nostra comunità; il nostro motto è: chi può, aiuta". In questi giorni un tir, guidato da Alessandro, autotrasportatore ucraino, ha fatto la spola tra le città romagnole dove padre Vasyl segue le comunità ucraine per poi fare base alla fiera di Faenza, dove il Comune ha concesso di stoccare il materiale prima che fosse caricato da una quindicina di volontari.

"Abbiamo lavorato tanto per mandare aiuti in Ucraina e per questo bisogna ringraziare tantissimi che hanno contribuito, privati, istituzioni e la Caritas dei comuni romagnoli".

Tra il materiale che è partito spiccano 57 porte e una quindicina di finestre. Serviranno a riparare le abitazioni danneggiate dai bombardamenti. "Malgrado la guerra continui – dice ancora padre Vasyl– abbiamo il dovere di aiutare, nel nostro piccolo, le tante famiglie le cui abitazioni sono state danneggiate. Le persone devono vivere, poter contare su un minimo di comfort per gli anziani, i disabili, i bambini". Tra il materiale in viaggio ci sono anche 570 pacchi di vestiti invernali, materassi, cinque bancali di cibo, vestiti per bambini, sedie a rotelle e un grosso generatore. "Con i primi giorni di dicembre –prosegue – inizia il decimo mese dall’invasione. Mesi durante i quali il nostro popolo ha resistito in condizioni difficili, sotto i colpi dei missili. Da inizio ottobre le bombe russe colpiscono il sistema degli impianti energetici, rendendo impossibile il regolare funzionamento della rete elettrica e quindi degli impianti di riscaldamento e dell’acqua potabile. L’elettricità c’è poche ore al giorno, per questo mandiamo un generatore". Il carico è partito ieri sul tir guidato da Alessandro, che attraverserà Slovenia e Ungheria prima di entrare in Ucraina: "Circa 2200 km di viaggio – dice Vasyl – con attese di giorni e non è raro che si venga presi di mira da colpi d’arma da fuoco anche se si portano i simboli degli aiuti umanitari".

Mentre il carico del tir è stato salutato dalle istituzioni, con una visita da parte dell’assessore al welfare, Davide Agresti e del sindaco Massimo Isola, le comunità ucraine in Italia intanto lanciano un appello per altri aiuti. Chi volesse donare può farlo attraverso un bonifico (all’iban: IT54L0503413203000000004733 Swift: BAPPIT21Q50). "I gruppi di persone più vulnerabili – conclude il religioso – sono i bambini, le persone anziane, malate e ferite. Oggi in Ucraina servono disperatamente generatori di corrente, power bank e caricatori portatili; vestiti caldi, sacchi a pelo, coperte termiche, torce elettriche, intimo termico, borracce termiche, calzini e scarpe invernali. I fondi raccolti saranno destinati all’acquisto di oggetti essenziali per la sopravvivenza nelle gravi condizioni dovute alla guerra e all’inverno. Ogni mese forniremo un resoconto dei fondi raccolti e dei beni consegnati".