ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Partner ininfluenti, il Pd in consiglio potrà decidere da solo

Un esame approfondito del risultato elettorale dimostra come, rispetto alle precedenti elezioni del 2021, il Consiglio comunale di Ravenna sia...

Un esame approfondito del risultato elettorale dimostra come, rispetto alle precedenti elezioni del 2021, il Consiglio comunale di Ravenna sia precipitato in una deriva totalitaria, avendo il partito egemone notevolmente cannibalizzato i suoi compagni di strada. Lo si scopre notando che il Pd ottenne nel 2021 il 36,33% dei voti a fronte del 24% dei suoi alleati, mentre stavolta è salito al 40% e gli alleati sono scesi al 19,09%. Se prima i 5 Stelle, il Pri e la lista di Perini conquistarono ciascuno due consiglieri, oggi si devono accontentare di uno, come anche i nuovi arrivati: Alleanza Verdi Sinistra e (per il rotto della cuffia) Progetto Ravenna.

È vero che la coalizione Barattoni ha perso un consigliere, rispetto ai 22 del 2021, aumentando da 10 a 11 quelli dell’opposizione, ma ciò non ha impedito al Pd di raggiungere la maggioranza assoluta in Consiglio comunale, con 16 consiglieri su 32, più il sindaco. Significa che il Pd può decidere da solo quello che dovrà poi essere approvato dal Consiglio comunale, organo sovrano in democrazia, raffreddando l’illusione dei propri partner di condizionare il sindaco dall’interno piuttosto che opponendosi ad ogni piano o provvedimento che ritengono sbagliato.

Su scala minore, lo stesso è avvenuto nella minoranza, dove la lista che si è fatta forte col nome della capo dei Ministri (neppure venuta a Ravenna) sul suo simbolo, si è presa 6 consiglieri, lasciandone a Forza Italia, La Pigna e Ravenna Viva (per il rotto della cuffia) uno solo ciascuna. Ne sono toccati due solamente al sottoscritto. Se prima i gruppi con almeno due consiglieri erano sette, oggi sono solo tre. Consiglio sbriciolato dunque. In definitiva, è però eclatante il dato per cui il Pd, padrone assoluto della città e delle sue istituzioni, oggi raccoglie appena il 18,7% degli elettori, dato il crollo dell’affluenza al voto a meno della loro metà. Ravenna è stata premiata, nella sua storia democratica, come il Comune d’Europa con la più alta adesione al voto. Le colpe di tanto collasso della partecipazione democratica ha senz’altro molte cause e molti colpevoli. Sta di fatto che a Ravenna fare opposizione oggi significa fare Resistenza. Tutti gli eletti che hanno ricevuto questo ruolo ne siano pienamente consapevoli.

Consigliere comunale di Ravenna