Pat Metheny, qui per stupire: "Ciao Ravenna"

Sabato il concerto del grande chitarrista canadese: "Sarà la dodicesima o la tredicesima volta. Suonerò con due giovani"

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di Andrea Degidi

Un vecchio amico di ‘Ravenna jazz’ torna a casa. I capelli lunghi venati d’argento, 68 anni all’orizzonte, la chitarra sottobraccio e la voglia di stupire di sempre. Per capire il suo legame con la città basti dire che nel 2003, per il trentennale di ‘Ravenna jazz’, gli fu consacrato tutto il festival, in cui si esibì ogni sera con artisti diversi.

Sabato prossimo Pat Metheny salirà sul palco con due giovani musicisti: Chris Fishman al pianoforte e alle tastiere e Joe Dyson alla batteria. Appuntamento alle ore 21 al teatro Alighieri, con ancora biglietti disponibili (0544-405666).

Pat, bentornato a Ravenna. L’ultima volta fu nel 2017, quante volte ha suonato qui?

"Dodici o tredici volte".

Questa volta presenterà il suo progetto ‘Side-eye’, che prevede la rotazione di giovani musicisti al suo fianco, molto più giovani di lei. Ci fornisce qualche dettaglio in più?

"Fin dall’inizio della mia carriera a Kansas city ho avuto il privilegio di suonare con numerosi musicisti più anziani di me. Mi hanno dato le basi per sviluppare il mio sound, e questo grazie alla loro esperienza. E allora ho deciso di fare lo stesso: dare un’opportunità ai tanti musicisti che di recente mi hanno accompagnato sul palco"

E come ha fatto a sceglierli?

"Ascolto regolarmente nuovi musicisti della scena, specie quelli che dichiarano apertamente che il mio sound li ha influenzati e spesso li invito a casa mia a suonare".

Davvero?

"Accade molto spesso, trovo naturale suonare con loro. Mi sento ispirato dal modo in cui affrontano le sfide musicali di alcuni di quei brani più vecchi, e allo stesso tempo mi ritrovo incuriosito dalle possibilità di ciò che potrebbe sbocciare dal comporre nuova musica solo per loro".

Anche a Ravenna suonerà con un paio di giovani: come si sentirà?

"Rimango ancora un fan della musica, di questa comunità di musicisti in particolare. Sono molto consapevole di chi è là fuori e sta suonando bene. Come ho già detto mi piace invitare ragazzi più giovani a casa se sento qualcosa che mi piace in un disco o a un concerto, lo faccio per vedere come ci si sente a suonare con loro. A volte compio un passo successivo con loro e qualcosa come il progetto ‘Side-eye’ mi darà una base per farlo".

C’è una sua canzone, ‘It’s for you’, scritta assieme a Lyle Mays, conosciuta perché faceva parte della colonna sonora del film ‘Fandango’, eppure dal vivo la suona pochissimo, perché?

"Di solito posso dire con molta precisione quanti anni ha una persona a seconda dei brani dei quali vuole parlare. Questa è una delle cose belle di riuscire a restare in giro per tutti questi anni! Detto questo ’It’s for you’ è una melodia che non suono molto dal vivo, anzi, proprio poco".

E perché?

"La versione che c’è nel disco spiega davvero quello che volevo dire con quell’idea. Sì, hanno usato quel pezzo in un modo molto interessante e centrale in quel film con Kevin Costner, il che è stato davvero bello".

Cosa ricorda di Lyle Mays? Ha suonato con lei tanti anni, e purtroppo non è più con noi...

"In questa fase della vita, mentre mi guardo intorno, ci sono state così tante persone significative nella mia vita, musicalmente e personalmente, che non sono più qui... Mi vengono in mente Jaco Pastorius, Mike Brecker, Charlie Haden e ora ovviamente anche Lyle, persone con cui sono stato molto fortunato ad aver condiviso del tempo. In ogni caso, sento che la cosa migliore che posso fare per onorarli è cercare di diventare il miglior musicista che posso essere e suonare il meglio che posso ogni volta che ne ho l’occasione".

E sabato sera? Cosa si deve aspettare il teatro Alighieri?

"Cercherò di scegliere brani che abbiano una certa importanza per me e per questa formazione unica di musicisti e cercherò di mettere tutto insieme in un modo che comunichi quello che sento al pubblico".

E il futuro? Cosa porterà a Metheny?

"Un’altra occasione per visitare Ravenna! La vostra città è uno dei miei posti preferiti. Mi sento fortunato ad aver potuto suonare lì da voi regolarmente per molti anni, anche se è passato un po’ di tempo".

Non è che per caso all’orizonte c’è un altro progetto ‘Orchestrion’?

"Eh, devo dire che mi piacerebbe farlo. Ora ho incontrato gli altri sette pazzi inventori del pianeta, forse tra qualche anno potrebbe esserci un progetto V2.0 Orchestrion".