Un bacino fatto di "torrentacci" difficili da tenere a bada e per farlo servono "norme e interventi speciali" al fine di evitare il ripetersi delle disastrose alluvioni che hanno colpito la Romagna che resta comunque "la California d’Italia". Lo ha affermato con forza ieri a Bologna il presidente dell’Abi Antonio Patuelli intervenendo ai lavori della conferenza ’I Dialoghi dell’economia regionale’ sotto l’egida di Unioncamere regionale aperti dall’intervento del presidente Valerio Veronesi. "Vi è stata una sottovalutazione da decenni – ha detto Patuelli – delle peculiarità del territorio. Bisogna avere consapevolezza della storia, non basta un satellite che fotografa il territorio. E la storia dice che il Lamone, che ha rotto drammaticamente a Traversara, è un fiume che fino a metà del Novecento era senza foce perché confluiva in una vasta palude. L’alveo attraversa la bonifica e la nuova foce è tra Casalborsetti e Marina Romea. Ma queste situazioni così particolari – ha proseguito Patuelli – non si gestiscono con la normale amministrazione bensì dobbiamo prendere atto che l’uniformazione delle normative appiattisce diversità che sono rilevanti e che sono frutto di storie profonde di cui bisogna essere consapevoli. Il nostro romagnolo è un bacino di torrentacci che non hanno avuto dall’alluvione di Firenze la stessa attenzione che ha portato a prevenire ed evitare il ripetersi di questi drammi dell’Arno. La parola chiave è quindi adottare una normativa speciale di cui non possiamo più fare a meno". E, sempre in tema di infrastrutture, Patuelli ha sostenuto che il porto di Ravenna "sta conoscendo investimenti che non si verificavano da duemila anni, dai tempi di Augusto" e sia "il rigassificatore sia l’abbassamento dei fondali garantiscono un grande sviluppo". Ma su Ravenna grava la difficoltà di muoversi in treno.
"Oggi partono migliaia di treni merci soprattutto notturni, ma la ferrovia da Ravenna a Castel Bolognese è ancora quella costruita da Luigi Carlo Farini per collegare la città alla linea Rimini-Bologna fatta costruire da Pio IX". E se "la quadruplicazione della linea Castel Bolognese-Bologna implicherà anni di lavori" occorre intervenire subito "con fantasia e senso pratico". Per esempio sfruttando tutti i collegamenti tra Russi e Castel Bolognese: "da Ravenna a Russi c’è un duplice doppio binario mentre da Russi a Castel Bolognese c’è un binario diretto e un ulteriore binario per Faenza. Utilizziamo meglio anche quest’ultimo che oggi è sottoutilizzato".
Giorgio Costa