Pedone morto dopo l’investimento Automobilista 29enne a processo

L’incidente si verificò il 4 novembre 2021 a Massa Lombarda. A perdere la vita fu l’84enne Michele Salcuni

Pedone morto dopo l’investimento  Automobilista 29enne a processo
Pedone morto dopo l’investimento Automobilista 29enne a processo

Il gup Corrado Schiaretti, su richiesta del pm d’udienza Silvia Ziniti, ieri mattina ha rinviato a giudizio per omicidio stradale un automobilista 29enne di Massa Lombarda accusato di avere travolto il 4 novembre 2021 un uomo, l’84enne Michele Salcuni, provocandone il decesso. Processo al via a metà febbraio. La figlia del defunto si è costituita parte civile con l’avvocato Matteo Murgo. L’imputato, attraverso l’avvocato Francesco Furnari, aveva chiesto il non luogo a procedere. Secondo quanto contestato dalla procura sulla base dei rilievi dei carabinieri della locale Compagnia, quel giorno verso le 18.30 il giovane, al volante di una Fiat Punto, stava percorrendo ai 40 orari circa via Baracca per puntare verso il centro di Massa Lombarda. Ma giunto al centro di una curva a sinistra “con visuale libera”, aveva investito il pedone “per distrazione”. In particolare il defunto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si trovava in quel momento fermo in mezzo alla carreggiata in attesa di proseguire con l’attraversamento della strada per raggiungere il lato sinistro rispetto alla direzione della Punto. L’impatto era stato violento e il pedone, nonostante il trasporto in ospedale, era morto a causa soprattutto del forte trauma cranico. L’automobilista è accusato di avere violato due articoli del codice della strada: il 191, per non avere dato la precedenza al pedone mentre attraversava in prossimità delle strisce pedonali. E il 141, per non essersi fermato in prossimità dell’attraversamento pedonale e, in ogni caso, quando i pedoni che si trovino sul percorso, tardino a scansarsi. La legge che descrive il reato di omicidio stradale (articolo 589bis del codice penale), prevede che chiunque causi per colpa la morte di una persona violando le norme sulla disciplina della circolazione stradale, è punito con la reclusione da due a sette anni.

Nel nostro caso, la difesa del ragazzo ha finora respinto ogni addebito sull’accaduto lamentando alcune circostanze relative alla dinamica dell’incidente: ovvero che il 29enne viaggiava abbondantemente sotto ai limiti (faceva i 38); che il pedone non si sarebbe trovato sulle strisce e che era fermo sulla strada creando intralcio; e che alcune auto avevano ostruito la visibilità: in particolare un’altra vettura giusto prima del 29enne, aveva schivato l’uomo all’ultimo celandone così la presenza.